Michelangelo Venturini, imprenditore nel settore turistico, artista, e creatore delle principali manifestazioni popolari e rievocazioni storiche di Capoliveri. Ho chiesto a lui che ne è stato l’ideatore di raccontare l’origine di questa festa.
Diciotto anni fa venni contattato per occuparmi della Banda Musicale di Capoliveri. La Banda Musicale di Capoliveri aveva una grande tradizione, come del resto in tutti i paesi d’Italia la Banda Musicale ha un ruolo importante. Io non capivo nulla di musica ma in famiglia ho avuto il babbo e il fratello che facevano parte della banda da sempre. La proposta mi entusiasmò e mi trovai in una squadra di persone con le quali diventammo subito grandi amici, così ricostituimmo la banda musicale e la riportammo al livello che meritava. Fin da quando ero giovane ho avuto l’dea di far nascere una associazione culturale che facesse rivivere “Capoliveri di come eravamo”, la prima cosa che facemmo fu un programma ben preciso. Il programma era formato di tanti eventi che dovevano ricordare come eravamo, l’Elba ora è turistica ma prima era miniera, era ferro e una delle prime manifestazioni che organizzammo fu la Festa del Cavatore, la Festa dell’Uva è venuta nello stesso anno ma alla fine della stagione.
E’ stato un anno proficuo, la Festa del Cavatore la organizzate ancora?
Si c’è ancora, ricorda il lavoro e ricorda come eravamo e come vivevamo, dopo la Festa del Cavatore abbiamo fatto altre manifestazioni e tutto era mirato a far rivivere gli anni passati. Il turismo ci ha portato tante cose, ci ha cambiato la vita, io ho lavorato trent’anni nel turismo ho avuto anche incarichi di rappresentanza, e una cosa importante che ho imparato è che quando si fa promozione bisogna fare qualcosa per se stessi, che coinvolga le persone del posto, perché se fai qualcosa per i turisti non viene apprezzato, non funziona.
Avevi iniziato anni prima ad organizzare rievocazioni storiche?
Quindici anni prima era nata la Festa dell’Innamorata, sono trentadue anni che si organizza.
Abbiamo creato diversi eventi, come la serata per gli Elbani nel Mondo per ricordare gli elbani emigrati a cavallo delle due guerre, ed è stata bellissima. Prima ancora avevo organizzato la Festa dei Carabinieri, ed era stato un successo.
La Festa dell’Uva di Capoliveri come nasce?
L’idea della Festa dell’Uva è nata da un mio ricordo. Da ragazzino io andavo alla Festa dell’Uva a Portoferraio, erano rappresentati tutti i Comuni, c’era il carro di Capoliveri con le ragazze capoliveresi che raccoglievano l’uva da una pergola e i ragazzi che la torchiavano.
In quell’epoca, negli anni 50, c’era a Portoferraio la Scuola della Marina ed era pieno di marinai vestiti di bianco, la scena che mi rimase impressa fu questa: qualche marinaio fece degli apprezzamenti alle ragazze del carro e i ragazzi iniziarono a tirare grappoli d’uva, di quella nera, t’immagini l’effetto sulla divisa bianca, ci fu un parapiglia e una specie di “battaglia”.
La Festa dell’Uva di Capoliveri è nata con l’idea di portare Capoliveri indietro nel tempo, di far vedere com’era il borgo e questo non è mai cambiato negli anni, è migliorata, ogni rione cerca di essere più bello dell’altro e questo è importante. C’è una battuta sulla Festa dell’Uva che io ho detto il primo anno prima del verdetto della giuria: dissi signori capoliveresi ha già vinto Capoliveri. Qualche anno dopo ho detto ha vinto l’Isola d’Elba, e ora ti dico ha vinto la Toscana. E’ una cosa alla quale ci tengo molto: la Festa dell’Uva appartiene ai capoliveresi perché sono loro che fanno, quando parlo di capoliveresi intendo non solo le persone nate a Capoliveri, io parlo di quella gente che ha deciso di piantare le tende a Capoliveri e di vivere a Capoliveri e c’è li metto tutti.
Anche quelli di adozione?
Soprattutto, sono i migliori, sono quelli che ci sentono di più partendo da Pantelleria, come dissi una volta, fino a Bolzano ma ora aggiungo anche al di là dell’Europa perché a Capoliveri ci sono rumeni, russi c’è tutta l’Europa
Si sono integrati bene?
Sono integrati bene e se tu giri i rioni in tutti e quattro c’è almeno una persona di origini non elbane, questi sono i capoliveresi che intendo io.
I rioni che origini hanno?
I rioni nascono trentadue anni fa, quando organizzai la Festa dell’Innamorata dissi dividiamo Capoliveri in quattro rioni e facciamo eleggere i capi rioni. Quando fondammo la Banda Musicale Giuseppe Verdi parteciparono gli stessi capi rioni e poi per la Festa dell’Uva.
Come avete fatto a definire i rioni, c’era qualche riferimento storico?
Quando la politica era importante, quando la gente ci credeva, non come ora che non ci crede più nessuno, si dicevano li ci stanno i comunisti allora “damogli” questo rione, li ci stanno i democristiani, ecc. Negli anni 50 dopo la guerra a Capoliveri c’erano quattro sale da ballo uno per ogni partito: una comunista, una democristiana, una socialista, una repubblicana. Però c’era tanta gente, era bello.
C’è una cosa della Festa dell’Uva che non tutti vedono: la Festa dell’Uva non va vista domenica, va vista due tre settimane prima quando la gente si riunisce per portare il suo rione nel contesto storico che ha scelto. Chi nel 1500 chi nel 1600 chi nel1700 o 1800 e serve alla gente del rione a fare una ricerca storica del proprio paese.
Si può dire la Festa dell’Uva è dei capoliveresi perché hai messo in moto la partecipazione delle persone?
Questa partecipazione è nata subito poi si è ampliata, ora addirittura la gente viene apposta, però il bello è la laboriosità della gente e poi c’è una cosa importante, lo sai perché la Festa dell’Uva va avanti? Va avanti perché è nata all’insegna che ognuno può fare quello che vuole. Non c’è sindaco, non c’è qualcuno che ti imponga di far qualcosa. Perché se tu a un capoliverese gli dici devi fare questo, lui non lo fa, fa il contrario, ha bisogno della libertà. Sai perché io dipingo perché sono libero. La Festa dell’Uva è dei capoliveresi, ognuno ci mette qualcosa di suo, ognuno ha diritto di parlare ed è importante per capire, bisogna far parlare la gente, se vuoi avere delle idee devi ascoltare, devi parlare anche te per capire dove sbagli, parlando e guardando in faccia con chi parli.
La Festa dell’Uva ricalca bene questo spirito libertario che hanno i capoliveresi, è la vetrina dello spirito capoliverese.
La nota più dolorosa è il verdetto della giuria perché qualcuno deve vincere e gli altri perdono, poi il problema è che cambiando la giuria tutti gli anni non vedono magari quello che è stato fatto l’anno prima. La giuria è sempre stata il punto dolente, c’è stato il fior fiore dei personaggi come giurati, del mondo del teatro, della magistratura, ci sono stati due magistrati molto importanti, addirittura c’è stato il pretore d’assalto di Roma Gianfranco Amendola, che è stato presidente della giuria e io mi ricordo che al verdetto dissi: “non vorrei leggere domani sul giornale che il pretore d’assalto di Roma è stato preso a sassate a Capoliveri”.
Ci sono stati sempre personaggi che hanno contribuito a far diventare grande Capoliveri.
Purtroppo come in tutte le cose c’è chi vince e c’è chi perde ma certamente vince Capoliveri, l’Elba e la Toscana, questa è una delle manifestazioni più belle della Toscana. E questo lo dico ad alta voce
di Valter Giuliani http://www.elbataste.com/
su valter giuliani: http://www.elbareport.it/eventi-societa/item/5202-elbataste-la-vocazione-dellisola-delba-al-turismo-enogastronomico