Incontro con Adolfo Santoro alla sezione soci dell'Unicoop Tirreno, posta nei pressi dell'ingresso principale della cooperativa di viale Zambelli, fissato per le 17,30 di domenica 10 Novembre. Un meeting tenuto dal medico psichiatra, già impegnato nell'associazione Elbaincerchio. “E' questa un'evoluzione del precedente gruppo. - fa presente- Presentiamo un sito internet nuovo, nel quale sarà possibile dialogare, incontrarsi, visionare vari tipi di film, ed anche trattare di arte”. Il gruppo vuole muoversi verso obiettivi sociali, culturali e di solidarietà per riscoprire la sacralità della vita, spesso svalutata, intrisa di atteggiamenti futili, con obiettivi consumistici ed azioni prive di valori. Dilagano ingiustizie, squilibri ed errori e tutto ciò non tutela la nostra salute. “Ecco che cerchiamo- dice ancora Santoro- col nostro movimento, di favorire un dialogo autentico, provando a superare ciò che non va e che può portarci a non stare bene. Vogliamo avere un diverso stile, recuperare atteggiamenti salutistici, con al primo posto un'alimentazione corretta, quindi l'abolizione di “veleni” che assumiamo per vari condizionamenti, e dobbiamo poi riuscire a fare movimento, sport, e ad avere anche momenti ricreativi in allegria, in compagnia. Tutto questo lo possiamo sviluppare iniziando a partecipare a questo nascente sito internet, che stiamo costruendo, per trovare insieme risposte alternative e quindi condurre una vita “nuova”, più libera dai condizionamenti e più sana”.
Ed ecco il manifesto dell'iniziativa:
CHI SIAMO?
Siamo quattro amici in questi giorni malvagi, pieni di presagi e rotti, segnati da una grande confusione, da una pulsione a vivere le notti, dalla balbuzie intellettuale, dall'afasia di chi domanda per capire, dalla confusione tra viaggio e sua parodia, dalla crudele solitudine del nano nell’universo quasi esagerato.
Gli uomini moderni vanno in giro con un’espressione intelligente, ma straordinariamente la famiglia sociale fa di questi mediocri un insieme geniale, sguaiatamente ricco, insolente, esemplare per la parte del mondo che non riesce a mangiare. Si nutrono di parole e pensieri, un centinaio, in fondo sempre quelli. Per loro non è importante poi comunicare: son come l’uomo solo che fischietta dal terrore e vuole nel silenzio udire un suono, far rumore. Il loro amore muore, come una cosa normale e ricorrente, perché morire e far morire è un’antica usanza che suole aver la gente.
DOVE ANDIAMO?
Siamo quattro amici che nel bar virtuale del web vogliono cambiare artisticamente il mondo. Sulle rovine s’innalza nell’aria incontenibile l’allegria dei suoni, dei colori, dei movimenti, dei gesti. Sopra la scienza sbagliata, vecchia di inutili bussole rotte, si ode l’eco di certe risate, l’urlo dei naufraghi alla Notte.
Come quattro stelle cattive nel cielo un giorno vedranno la fine del mondo, noi quattro scampati allo sfacelo guardiamo il nostro passato sul fondo. Dal punto di vista morale sospetteresti l’indecenza, ma il nostro ridere della morte lo si potrebbe chiamare scienza.
Addirittura potresti elevare la nostra logica a sistema e ad ogni nostro navigare porre comunque una fine blasfema. Perché la furia degli elementi o il tempo o il topo dell’entropia da sempre uccidono i sogni dei santi e di una certa filosofia.
E, mentre sorridiamo alla natura e ce la ridiamo, ci attende il viaggio più duro: dondolati dai cavalloni nuotiamo soli verso il futuro tenendo in alto la faccia e tutta la vita nelle due mani. Perché è meglio l’incerto nelle proprie braccia, che le fedi nel domani! Perché sul naufragio della ragione, del Passato, ci può essere il seme del pensiero che ci potrebbe ancora salvare! Vivendo senza motivi né paradisi per cui soffrire, semplicemente perché siamo vivi sapendo sempre di morire.
La Matematica della risata, la Gaia Scienza dell’umorismo alla speranza naufragata potrebbe, allora, ancora mostrare la via della sacralità del momento, del ritrovamento del rispetto del tempo interiore.
COME AGIRE?
Connettendosi non per discutere, per avere ragione. Ma per dialogare, per trovare, attraverso l’ascolto e l’osservazione, un’altra verità.
Schierandosi con chi è contro l’abuso del potere, contro lo sfruttamento della terra e dei suoi esseri, perché è falso che l’uomo possegga la Terra, mentre è vero che l’uomo fa parte della Terra. Partendo dalla scoperta del dio dentro di noi, dal rispetto per la patria di tutti, per la famiglia di tutti, per il bene comune. Ritrovando i gesti semplici e sacri della quotidianità. Affermando il diritto alla vita per tutti gli esseri.
Affermando che la malattia non è un nostro nemico, ma è qualcosa che non ascoltiamo, che vuole essere ascoltata perché ci vuole parlare della nostra Ombra. Perché ogni malattia, non importa se del corpo o della mente, ha un suo senso, che deve essere decifrato nel contesto della storia e dell’attualità della persona. Perché solo integrando l’Ombra dentro di noi è possibile percorrere la via della guarigione, che è l’allineamento dello Spirito, del Corpo, dell’Immaginazione, della Memoria, delle Scelte, del Sentire. E la via dell’allineamento passa dal sostituire al lavoro il gioco, alla sofferenza la gioia, alla noia la curiosità, alla solitudine l’essere soli e connessi.
Riscoprendo che siamo Uno, che possiamo scegliere pensieri, parole, azioni e mezzi di sostentamento, che possiamo tendere ad integrare l’Uno al momento. Ed il momento è fatto della santificazione di chi dice no ai veleni culturali e materiali. Di chi di conseguenza dice sì mentre agisce, mentre si nutre, mentre dorme, mentre fa l’amore, mentre si purifica, mentre immagina costruendo.
IN CHE MANIERA AGIRE?
La maniera di riscoprire continuamente il senso della vita diventa allora scrivere sul sito descrivendo.
Scrivere con un tocco di umorismo indignato e di poesia.
Colorare il sito, musicarlo.
Mostrare gesti, attitudini, movimenti, balli di salute.
Illustrare le ricette del mangiare semplice e sano, le ricette della sobrietà, del non lasciare traccia, del non inquinare.
Organizzare momenti artistici e di diffusione di tecniche artistiche, aperti alla popolazione locale ed ai suoi ospiti.
Aprirsi a scambi con altre realtà basati sull’ospitalità.
Credi allora che sia possibile che l’Utopia divenga la nostra stabile compagna di vita?