Il Museo del granito di San Piero ha chiuso l'anno con "fuochi d'artifico" costituti da nuove gemme preziose esposte, talmente belle da essere scambiate per diamanti e infatti, osservando le nuove pietre in una delle vetrine espositive, molti escursionisti si sono lasciati sfuggire un “Sembrano diamanti”. Forse lo ha pensato anche Dhurata Bejkollari, che ha scattato le foto che mostriamo.
Ma facciamo un passo indietro per capire il rapporto tra escursionisti e museo.
Una quarantina di camminatori, aderenti al gruppo “Andar per sentieri”, guidato da Renato Giombini e Cinzia Battaglia, hanno potuto visitare la rassegna espositiva del minerale sanpierese, dopo aver fatto una camminata tra le colonne romane granitiche che si trovano a nord ovest di San Piero. Sono stati raggiunti, i reperti di epoca romana, con sentieri affacciati sul mar Tirreno, con Montecristo, Pianosa e Corsica, isole dall'aspetto decisamente diverso, ferme ad osservare il folto gruppo che si muoveva procedendo per gli stradelli secolari, nel tempo antico battuti dai villanoviani. Un percorso emozionante durante il quale il gruppo, tra cui tre piccoli cani e due bambini, si è ritrovato a dover passare da zone con in atto la caccia al cinghiale, non senza qualche apprensione. Nessun cartello avvisava del particolare evento in corso. Ma tutto è bene quel che finisce bene e al termine della passeggiata l'associazione Macinelle, guidata da Fausto Carpinacci e Gianmario Gentini, ha accolto il nutrito plotone per la visita del Museo mineralogico e gemmologico, che si trova nel noto paese collinare. Un borgo piccolo ma di certo ricco di beni architettonici, tra cui una notevole chiesa romanica, un belvedere unico e tutto il centro storico pare un'opera d'arte. Un ambiente arricchito dal profumo di storia che gira da queste parti, visto che nacque, ad un tiro di schioppo, a Sant'Ilario, il padre di Pietro Gori e in piazza della Chiesa arrivarono di certo anche le prime note musicali del celebre maestro Pietri. Vari i sanpieresi importanti, tra cui il Badaracchi, unico garibaldino elbano, il Celleri pioniere del collezionismo mineralogico, Galli poeta e Botti pittore emigrato in Usa.
E tra tutti questi tesori trova ora giusta collocazione la struttura museale del granito, che raccoglie in 12 vetrine i miracoli inorganici della natura, diffusi ovunque nel plotone granitico che da secoli caratterizza la parte occidentale dell'isola. I visitatori-escursionisti sono rimasti veramente entusiasti delle formazioni cristalline messe in mostra e descritte dall'ingegner Carpinacci, il quale ha presentato per la prima volta la novità dei gioielli, scambiati lì per lì dalla gente per diamanti.
Giuseppe Tanelli geologo nonché primo presidente del parco ha scritto in proposito:"Fausto Carpinacci e Gianmario Gentini? I primi infaticabili artefici di questo museo. Federico Pezzotta, curatore della Sezione di Mineralogia del Museo Civico di Storia Naturale di Milano ha ricercato i campioni, storici e recenti, esposti nelle sale del Museo, curandone la descrizione scientifica e il suggestivo allestimento".
Un motivo in più di attrazione quindi per il luogo e chiunque voglia fare tale scoperta può prendere accordi telefonando al numero 3666754163, visto che l'associazione Le Macinelle accoglie gratuitamente i gruppi al museo. I “Diamanti” esposti sono una evoluzione di particolare pregio, ricavata dai minerali tipici di questa zona, tra a cui il Berillo, la Petalite ed altri. Una speciale lavorazione ha consentito di realizzare delle vere e proprie gemme e la Petalite è associata a rocce pegmatitiche è presente in Svezia, in Finlandia, in Namibia, in Australia e in altre località della Russia, dello Zimbabwe e degli Stati Uniti. E guarda caso in Italia si trova, con tormalina, lepidolite, ortoclasio, quarzo, nelle druse del granito della zona di San Piero. La sua formula chimica?. LiAlSi4O10 . “Da marzo faremo visitare la struttura a tutte le scolaresche elbane- ha fatto notare Carpinacci- affinché i giovani scoprano direttamente le potenzialità mineralogiche della nostra terra”. Ai visitatori, prima del percorso tra le vetrine di esposizione, è stato proiettato un video che ha dimostrato come si ricavano dal granito queste pietre cristalline che possiamo definire davvero preziose, sebbene non abbiano il valore economico dei diamanti, ma hanno una bellezza che forse va oltre il costoso derivato del carbonio. In pratica quando camminiamo su un masso granitico, probabilmente al suo interno possono trovarsi tali tesori.
Al termine della visita anche un brindisi offerto sempre dall'associazione locale, con i prodotti dell'Azienda agricola che guarda caso si chiama “Terre del granito”.