Dopo l'ubriacatura della giornata di domenica fatta di parole, musica, abbracci, baci, pacche sulle spalle e accompagnata da buon cibo, ottimo vino, dalla birra dell'elba, quello che rimane è la parola affetto. Affetto che le tantissime persone intervenute alla festa che Elbareport ha organizzato al ristorante La Bussola alle Ghiaie hanno manifestato per Sergio e per tutte le persone che a maggiore o minor titolo collaborano con il giornale. Penso che l'affetto sia la cifra giusta della giornata, quella che si percepiva stando in quel luogo dove arrivavano vecchi amici, ognuno con la sua testimonianza e ognuno con la voglia in fondo al cuore di voler vedere crescere questo giornale, con la consapevolezza che i tempi che stiamo vivendo rendono ancora più prezioso un luogo come questo che Sergio ha creato e ha testardamente difeso in tutti questi anni. Non è una operazione "nostalgia" i sentimenti che sprigiona sono la vera forza di questa esperienza, si perchè se scorri l'elenco di ringraziamenti che Tatiana ha preparato ti trovi di fronte ad una sequenza di nomi di persone che in qualche modo collaborano, con foto, articoli, rubriche e tutti a titolo volontario. Senza contare tutte le aziende alle quali è stato chiesto un contribuito dei loro prodotti per la riuscita della giornata e nessuno di loro si è tirato indietro. Perché così tante persone fanno questo? Forse per la libertà di cui Elbareport gode, forse per essere orgogliosamente schierato ma non fazioso, forse perché si sente il profumo della passione . In epoca di ideologia del mercato che tutto risolve Elbareport è fuori mercato, non si può comprare, però ci si può partecipare, o forse lo si può "invadere" scrivendo opinioni, proposte, fatti che accadono, segnalazioni, foto e magari anche contribuendo economicamente alla sua esistenza. Si può partecipare a questo "bene comune", come si usa dire adesso, sapendo che non è per tornaconto personale ma per passione civile, quella cosa della quale ha tanto bisogno il nostro Paese.
Valter Giuliani