Italia Nostra/Toscana esprime profonda preoccupazione per il trasporto e la demolizione del relitto Costa Concordia.
A nostro avviso, l'operazione avviene nel dispregio del principio di precauzione, che, invece, mai come in questo caso avrebbe dovuto essere osservato.
Durante il trasporto, il pericoloso rifiuto speciale, costituito da questa carcassa, sarà esposto a rischi di vario genere – connessi alla navigazione, al complesso e poco stabile equilibrio dell'ammasso trainato, all'imprevedibilità delle condizioni atmosferiche ... – rischi tanto più gravi quanto più lunga sarà la navigazione.
Il relitto, diretto a Genova, dovrà attraversare un mare di inestimabile valore naturalistico e bellezza, nonché di importanza economica vitale per le popolazioni che su questo mare si affacciano: il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, il santuario dei cetacei, le praterie di posidonia, le coste e le spiagge della Toscana, della Liguria e della Corsica.
Inoltre, secondo le informazioni a cui abbiamo accesso (quelle giornalistiche), il relitto non giungerà direttamente a Genova (le cui strutture portuali non sono adeguate) ma verrà dirottato ad altro porto dove verranno demolite prua e poppa: i tre monconi, con ulteriore considerevole aumento del rischio di inquinamento, verranno poi trasportati a Genova.
La salvaguardia dell'ambiente marino, la tutela della salute pubblica, la difesa dell'economia costiera avrebbero dovuto essere determinanti nella scelta delle soluzioni proposte per demolizione e smaltimento, che avrebbero dovuto avere anche attenzione e coinvolgimento da parte dei cittadini e delle comunità rivierasche di cui, invece, si lamenta la totale assenza.
Il parere della Regione Toscana avrebbe dovuto essere decisivo su scelte che possono avere importanti ricadute sul territorio e sulla vita dei propri cittadini, tanto più che la legislazione europea e italiana prevede che la circolazione “transfrontaliera” (e cioè anche via mare) dei rifiuti debba essere autorizzata dalla Regione e dalle Province competenti. Il relitto del Concordia, invece, è stato ritenuto non un rifiuto, ma una semplice merce passibile di essere trasferita ovunque, via mare, senza l'autorizzazione degli enti territoriali preposti.
Questo relitto, però, con il suo contenuto, non è una merce qualsiasi: è un rifiuto speciale, e come tale, deve essere trattato.
È un rifiuto galleggiante – pericolosamente galleggiante e avventurosamente trainato, non trasportato – che, evidentemente, non può essere confuso con merce posta nella stiva o sul ponte di un mercantile.
Per tutti questi motivi, crediamo che la decisione presa meriti un ungente e provvidenziale ripensamento al fine di capire se il Regolamento CE 1013/2006 e il Codice dell'ambiente consentano quanto è stato deliberato dal Consiglio dei Ministri; riteniamo anche che, sul territorio, si debba avere la possibilità di conoscere il progetto nel suo iter autorizzativo con l'esplicitazione delle soluzioni alternative (obbligatorie in caso di valutazione di impatto ambientale) e con l'eventuale svolgimento di un'inchiesta pubblica ; chiediamo di sapere se – e in quale misura – sono stati considerati i rischi ambientali, e se – vista la delicatezza del problema – il progetto stesso possa subire correzioni e variazioni. Chiediamo infine di conoscere come sia stato possibile ovviare alle competenze spettanti alla Regione Toscana e, a questo scopo, riteniamo utile l'istituzione di una commissione consiliare di inchiesta..
Questi sono i motivi per cui ci rivolgiamo al Presidente della Regione Toscana: perché, impegnandosi in quella che è una battaglia di civiltà, scongiuri la possibilità che una tragedia (di cui è difficile immaginare la portata e le conseguenze) abbia a colpire la Toscana e il mondo intero:.
Il Presidente
Ing. Antonio Dalle Mura