Poco più di un anno fa gli assessori all’ambiente delle regioni sia pure tardivamente pubblicarono un ampio documento critico sui pessimi testi di legge in discussione al Senato sui parchi formulando varie proposte politiche al ministero dell’ambiente. Incontrando Orlando come Gruppo di San Rossore convenimmo che sarebbe stato utile convocarli per concordare il da farsi in vista anche del previsto convegno nazionale di dicembre alla Sapienza. La cosa saltò anche per la crisi della regione Piemonte il cui assessore all’ambiente era il coordinatore nazionale delle regioni. Fatto sta che le regioni nel momento in cui sia pure a fatica riprende un discorso sulle aree protette e quindi su una politica che finalmente raccordi ministero e regioni per puntare su un vero sistema che non ha mai visto la luce, le regioni procedono e nemmeno bene ognuna per conto suo.
In vista perciò anche di alcuni appuntamenti nazionali promossi dal ministero dell’ambiente d’intesa con altri ministeri in particolare quello del 14-15 novembre a Livorno che riguarderà soprattutto i problemi del mare e della sua tutela e gestione, non sarebbe il caso che le regioni battessero un colpo? In parole povere perché sulla base del loro documento nazionale non mettono a punto proposte precise perché cessi il divorzio consensuale tra ministero e regioni? La Toscana impegnata nella approvazione della sua nuova legge regionale sui parchi ed anche del suo Piano del Paesaggio potrebbe sicuramente farsene carico avendo anche le carte in regola.
Renzo Moschini