Nel 2013 il 35,7% dei ricoveri ospedalieri riguardanti residenti nell’Asl 6 di Livorno è avvenuto fuori dal territorio dell’azienda sanitaria. In pratica 3 cittadini su 10 nel 2013 ha preferito farsi curare oltre i confini dell’Asl livornese». È la dichiarazione del consigliere regionale, membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri, che fa il punto sulla mobilità ospedaliera dell’Asl 6.
«Alcune delle motivazioni che hanno spinto i cittadini a cercare prestazioni sanitarie ospedaliere verso altre Asl toscane – sottolinea – sono potenzialmente contenute nel report del Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (MeS) presentato a giugno.
Delle oltre 170 performance monitorate – spiega – l’azienda sanitaria è collocata in fascia scarsa e molto scarsa per diversi indicatori chiave. Eccone alcuni: solo l’11% delle prime visite cardiologiche viene prenotato entro 15 giorni, dato che resta fermo al 14% per le prime visite specialistiche neurologiche e al 25% per le ortopediche. Il Mes colloca in fascia molto scarsa anche la percentuale dei tempi d’attesa per esami di diagnostica per immagini come gli ecocolordoppler (11,8%) e le ecografie all’addome (18,1%) prenotati entro 30 giorni.
In fascia molto scarsa anche il tasso di accesso dei residenti al pronto soccorso indicatore del poco funzionamento della medicina del territorio. Queste performance si riflettono sulla mobilità passiva dell’Asl 6 di Livorno.
I dati parlano chiaro: sul totale dei 44.312 ricoveri ospedalieri riguardanti cittadini residenti nel territorio dell’Asl livornese, 15.838 sono avvenuti al di fuori dei confini dell’azienda sanitaria. Di questi 6.566 non si sono fatti curare né entro i confini dell’Asl 6 né dalle aziende ospedaliero-universitarie di Area Vasta. Le “fughe” si sono concentrate principalmente verso l'Asl 5 di Pisa (con 2.248 ricoveri di residenti nell’Asl 6), verso l’Asl 8 di Arezzo (con 483 ricoveri di residenti nell’Asl 6) e infine verso le aziende ospedaliero universitarie di Pisa (8.050 ricoveri di residenti Asl 6) e del Meyer (con 1.222 ricoveri). Le fughe verso ospedali con alte specializzazioni (come Cisanello o il Meyer) sono fisiologiche ma quelle verso l’Asl 8 e l’Asl 5 di Pisa ad esempio, sono un problema che andrebbe risolto. Il dato dei ricoveri al di fuori dei confini regionali invece nel 2013 è stato di 242 unità su un totale toscano di 2.442.
Nello specifico per la specialità di Chirurgia Generale i ricoverati fuori Asl sono stati 2.036 su 6.290 (circa il 32% del totale). Le “fughe” riguardano anche Ostetrica e Ginecologia, qui le ospedalizzazioni fuori Asl sono state 1.242 su 5.081 (quasi il 24% del totale), Ortopedia e Traumatolgoia con 1.665 ricoveri fuori Asl su 5.096 (circa il 32% del totale). Si tratta di segnali di un territorio che appare in difficoltà nel soddisfare i propri cittadini con la possibilità di ripercussioni economiche sul bilancio dell’azienda sanitaria.
Il confronto fra mobilità passiva, ovvero quanto l’Asl 6 deve rimborsare ad altre Asl per i servizi erogati ai propri cittadini, e mobilità attiva, cioè il rimborso che l’Asl riceve per servizi erogati a pazienti di altre aziende sanitarie per il 2013 non è ancora disponibile.
Ma basti pensare che l’anno precedente, il 2012. – conclude Lazzeri – la passiva (111.075.404 di euro) era quasi sette volte tanto l’attiva (15.004.027), per un saldo negativo di 96.071.377 di euro.