Il bilancio sociale nasce in ambito "profit" (dei soggetti che hanno per obiettivo il profitto: le imprese, le società commerciali, ecc..), ma presto ha trovato la sua dimensione anche negli enti no-profit e negli enti pubblici.
Esiste una cosa che si chiama Bilancio sociale. Quando, ormai diversi anni fa, sono stato brevissimamente assessore, provai a far capire l'opportunità di un tale strumento di trasparenza, ma non riuscii nell'intento.
Il bilancio sociale nasce in ambito "profit" (dei soggetti che hanno per obiettivo il profitto: le imprese, le società commerciali, ecc..), ma presto ha trovato la sua dimensione anche negli enti no-profit e negli enti pubblici.
Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni si legge nella Direttiva del Dipartimento della Funzione Pubblica del 2006, appositamente emanata a questo scopo, che:
"Il bilancio sociale serve a rendere conto ai cittadini in modo trasparente e chiaro di cosa fa
l’amministrazione per loro. Rispetto al bilancio tradizionale, che riporta dati economico-finanziari
difficilmente comprensibili dal cittadino, il bilancio sociale deve dunque rendere trasparenti e
comprensibili le priorità e gli obiettivi dell’amministrazione, gli interventi realizzati e programmati,
e i risultati raggiunti"
Perché parlo in questo momento di Bilancio Sociale? Proprio perché, a quanto pare da quello che si legge circa il prossimo aumento delle imposte comunali (mi riferisco a quanto scritto da Cosetta Pellegrini), non si capisce bene quale sia la ragione di tale aumento, o meglio non si capisce a cosa sarà destinato il relativo gettito.
Al di là della correttezza o meno delle affermazioni della capogruppo Pellegrini (non conosco la questione ed in particolare non so cosa è stato detto in Commissione Bilancio), è indubbio che, per i cittadini, non è affatto facile capire perché si pagano le imposte comunali, perché si paghi in una certa misura, a cosa serva il gettito, come viene speso, quali obiettivi vengano realizzati, ecc...
Ebbene, il bilancio sociale servirebbe proprio a questo.
Nel caso specifico provo a citare, a mo' di esempio, la nuova TASI, la tassa sui servizi indivisibili. Essa dovrebbe servire a coprire i costi di determinati servizi che l'Ente assicura in modo generalizzato, senza offrirli direttamente e specificamente a Tizio o a Caio. Quando il Comune manutiene una strada essa può essere utilizzata da tutti, quando paga la bolletta per la pubblica illuminazione essa viene utilizzata da tutti. Per cui tutti siamo chiamati a contribuire ed è stata scelta, a livello normativo statale, la strada della contribuzione calcolata sulla base del possesso di immobili. A parte le considerazioni che si potrebbero fare sull'effettiva indivisibilità di detti servizi (per i fossi ad esempio, che è un po' come parlare delle strade, sono stati fatti dei complicatissimi calcoli per stabilire - in modo corretto o no non importa a questo fine - chi si avvantaggia di più e chi si avvantaggia di meno dalla loro pulizia), quanto meno sarebbe corretto poter capire se i contributi versati sono stati effettivamente utilizzati nel modo adeguato, come sono stati ripartiti tra i vari servizi, e così via. A che pro? direte voi. E' presto detto: se io cittadino contribuente ed elettore vedo che una larghissima fetta del gettito TASI, che io ho contribuito a determinare, viene utilizzata per le strade e per la pubblica illuminazione, e la strada che conduce a casa mia è sterrata e buia, beh, in qualche modo cercherò di mobilitarmi, di farmi sentire, di far valere i miei diritti ed infine di votare, alle elezioni comunali, chi ritengo che orienterà le scelte pubbliche in modo più confacente alle mie aspettative. Diversamente il rapporto tra cittadino e governante sarà sempre lo stesso: ti chiedono di dare loro fiducia, alla cieca, e tu alla cieca gliela dai. Poi non capisci niente di quello che stanno facendo, sino a che un'opposizione ti spiega che sei stato male amministrato, e allora dai il voto, sempre sulla fiducia, a quest'ultima. E così via. E non cambia mai niente perché mai riusciamo a capire cosa fa il Comune veramente per noi, per i nostri figli, per il nostro territorio. E' questo sistema che alimenta, in tempi di crisi e di difficoltà vera a tirare avanti la carretta, l'insofferenza dei governati sino ai gesti estremi, non qualche vaffanculo che serve solo per scuotere dal torpore chi non si sveglia, prima che si svegli da sé con preoccupanti intenzioni.