Anch'io, come gli altri amministratori e le associazioni di categoria, ho ricevuto la lettera con cui il Sindaco Segnini giustifica la sua assenza dall'incontro con la Prima Commissione Consiliare della Regione e ribadisce la sua disapprovazione per il comune unico.
Niente di nuovo, la solita lamentevole tiritera sulla validità delle procedure referendarie e la immancabile lezioncina sulla presunta inconsistenza della proposta di legge predisposta dal comitato promotore.
Su tutto questo, comunque, ci sarà occasione di parlare in maniera adeguata e più approfondita nel corso della campagna elettorale prevista per la prossima primavera. C'è solo da dire che a dar retta ai vari Segnini saremmo magari ancora con lo Statuto Albertino, con la Monarchia anziché con la Repubblica, con le Regioni ancora da venire, le donne escluse dal voto e tante riforme abortite ancor prima di nascere. E' sempre così, ogni volta che c'è qualcosa da cambiare e da rinnovare, c'è sempre qualcuno che sventola lo spauracchio del "salto nel buio" e ti angoscia con la "paura dell'ignoto".
Ma, ripeto, di questo avremo occasione e opportunità di parlare e confrontarci proprio grazie agli oltre cinquemila cittadini elbani che, con le loro firme, apposte con maturità e piena consapevolezza, hanno consentito finalmente di uscire dalla stanca dialettica delle contrapposizioni verbali per approdare ad una consultazione democratica su cui ciascuno potrà decidere e dire la sua.
Ciò che appare inaccettabile è il linguaggio con cui Segnini si esprime per giudicare coloro che la pensano diversamente da lui, affibbiando loro etichette che non stanno né in cielo né in terra.
Ma di quale "disegno politico" e di quali "interessi di parte" Segnini sta parlando? Quale può essere il "disegno politico" che mette insieme sindaci di diversa appartenenza politica, l'intero mondo delle categorie economiche e sindacali, cittadini di ogni estrazione sociale e, addirittura, membri dello stesso consiglio comunale di cui Segnini è Sindaco?
Un disegno politico tenebroso, difficile da immaginare, ordito non si sa bene da chi e, sopratutto, per quali fini. Ci vuole tanta fantasia e, Dio non voglia, una buona dose di malafede ad affermare castronerie di questo genere.
E visto che Segnini ci va giù duro, definendo addirittura "scellerato" il prodotto sostenuto dai referendari e, quindi, attribuendo ad essi "pensieri esecrandi", capaci di "azione criminale empia e nefanda" (Devoto-Oli. Dizionario della lingua italiana, ed..2000-2001), credo opportuno suggerire toni più appropriati, maggiore moderazione e rispetto verso i propri interlocutori.
Affermare che i sostenitori del comune unico siano motivati da "interessi di parte" è già di per sé una grave licenza verbale, al limite della diffamazione. Ma definirli addirittura "scellerati" mi pare un po' troppo, quasi a pensare di aver perso il senso della ragione e certamente oltre i confini di un confronto che deve essere e restare democratico e civile.
Danilo Alessi
Sindaco di Rio nel'Elba