L'assessore Marson della Regione Toscana chiamata in causa dall'intervento del Vice-Sindaco portoferraiese ha replicato (e piuttosto seccamente) a stretto giro di posta elettronica con una breve nota, nella quale in pratica fa carico all'amministratore portoferraiese di aver sollevato falsi problemi.
"L'adozione dell'integrazione paesaggistica al Pit, con le relative norme di salvaguardia, - scrive infatti l'Assessore - non ha peraltro fatto scattare alcuna "paralisi" dal momento che le salvaguardie immediatamente vigenti riguardano le prescrizioni (co-pianificate con il Ministero) relative ai beni paesaggistici vincolati, ovvero quei beni sui quali comunque il Ministero, a prescindere dalla presenza del piano, è chiamato a esprimersi in sede di autorizzazione paesaggistica».
E la responsabile regionale del governo del territorio bacchetta gli amministratori elbani e quelle che per lei sono non pertinenti lamentele: «La Regione non è un salotto - scrive - ma un'istituzione pubblica il cui operato risponde a specifiche competenze e procedure».
Ed ancora ribadendo lo sforzo teso a far sì che all'Elba siano evidenziate "regole chiare ma senza nuovi vincoli", Anna Marson risponde sul punto del presunto isolamento del comune di Portoferraio dopo il suo ricordo al TAR
«Attualmente la Regione sta lavorando a migliorare il piano sulla base di una istruttoria delle osservazioni presentate, compresa l'osservazione del Comune di Portoferraio – spiega – è chiaro che un ricorso al Tar, sulla cui legittimità non ho titolo a esprimermi, significa richiedere una risposta non alla Regione, bensì a un tribunale. L'obiettivo dichiarato del ricorso al Tar contro il piano paesaggistico, è affermarne l'illegittimità del piano, dunque ottenerne l'annullamento e non il suo miglioramento attraverso le osservazioni».
Ed ancora sulla questione specifica che non ci sta a passare per la figura che emergerebbe dalle accuse mariniane:
«Ho ravvisato nel ricorso al Tar da parte del Comune una scelta di autoesclusione politica dal percorso collettivo in corso, ma interpretare questa mia affermazione come possibile discriminazione da parte della Regione nel lavoro di controdeduzione alle osservazioni è pura illazione, diretta a diffondere il sospetto di possibili comportamenti vendicativi. Posso assicurare che come Regione completeremo comunque il lavoro in corso con la massima attenzione al merito delle questioni sollevate, avendo come obiettivo l'approvazione del piano».