Il no di Piombino alla Blu Navy tradisce la miopia di una politica portuale e ignora o finge di ignorare, con la testa sotto la sabbia, che i collegamenti con l’Elba si svolgono in regime di monopolio. Corse di traghetti in più fuori della stagione turistica rappresenterebbero una manna dal cielo per contenere l’isolamento economico, civile e sociale dell’isola durante l'inverno. Con le tariffe promozionali della Blu Navy (invece sempre rifiutate da Onorato) si attirerebbero decine di migliaia di passeggeri (familiari, parenti di residenti ed elbani di adozione con seconde case), oggi costretti a ridurre al minimo le traversate troppo costose.
Peraltro, l’obiezione sull’affollamento delle corse d’estate che diverrebbe insopportabile per gli scali se si concedessero altre alla compagnia B.N., appare pretestuosa di fronte alla possibilità di aumentarle nelle ore serali e notturne soddisfacendo molte richieste. Come si fa, poi, a sostenere che non bastano fondali e moli del porto di Piombino per un incremento dell’andirivieni con l’Elba, si ci si è battuti così accanitamente per ospitare un grande cantiere navale per la demolizione della Concordia? Nel piatto della bilancia va anche messo che i traffici marittimi sono diminuiti con la crisi delle acciaierie. Nelle attuali condizioni economiche, sarebbe vitale per tutto il comprensorio urbano il rilancio di Piombino marittima, magari valorizzando e riqualificando i collegamenti con la Corsica, migliorando le infrastrutture al servizio dei passeggeri (oggi carenti specie di inverno), e scommettendo finalmente sul completamento della bretella stradale in diretta al porto dalle autostrade.
Romano Bartoloni