Lettera aperta a Rio Marina ed al Sindaco Renzo Galli.
Dopo aver scelto di non prendere posizione sulle vicende politiche e amministrative di Rio Marina, oggi mi vedo costretta ad intervenire davanti ad un paese che ha bisogno di riflettere per ripartire dopo anni in cui ha fatto di tutto per impedire un percorso politico credibile.
Lo hanno fatto coloro che oggi si limitano a borbottare davanti ai disastri ed alle conseguenze dei propri errori del passato (dal Piano alla Valle di Riale), magari ironizzando su chi oggi si trova sulla testa un macigno ambientale e sociale di proporzioni inaudite e giudicando coloro che sono stati costretti ad inventarsi classe dirigente senza alcun percorso formativo alle spalle.
E lo hanno fatto coloro che hanno pensato di governare prendendo le distanze da tutto ciò che era passato senza sforzarsi di leggerlo o comprenderlo, pensando che amministrare fosse qualcosa di simile alla stesura del programma dei festeggiamenti estivi.
Sullo sfondo la partigianeria di chi vince solo quando perdono gli altri, solo che a perdere oggi è un paese che il destino sembra voler travolgere quando le sue difese morali, prima che politiche, erano e sono ai minimi storici.
E ora? Dove sono i grandi strateghi? Dove sono coloro che hanno confuso la capacità di amministrare con quella perversa e sottile gestione del potere che a Rio Marina si fa magari ad un tavolo di un bar scambiando l'autorevolezza con la mancanza di umiltà e chiamando spregiudicatezza l'irresponsabilità?
In questa situazione è difficile distinguere le vittime dai carnefici e ci si meraviglia di ciò che era banale.
Da che mondo è mondo la discontinuità è inesperienza e l'inesperienza è un peccato che si può perdonare specie di fronte a problematiche complesse per chiunque, figuriamoci per chi amministra da un anno.
Ciò che Rio Marina e Cavo non potranno perdonare è l'incapacità di aprirsi e di farsi aiutare per aiutare un paese intero ma forse è giunto il momento che i problemi straordinari vedano in campo tavoli straordinari con l’aiuto di tutti.
Ciò che non si fa è avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al grido di preoccupazione della gente.
Chi ha l'orgoglio di rappresentarla, abbia il coraggio di un'inversione di rotta e affronti il problema del sinkhole senza inutili allarmismi ma con la consapevolezza che non sono più possibili sottovalutazioni.
L’entità dei fenomeni non consente al momento previsioni ma che è certo sta assumendo proporzioni enormi ed imprevedibili con profili di pericolo per l’incolumità pubblica che meritano un’immediata iniziativa per tentare di far dichiarare lo stato di emergenza nazionale.
La regione e la provincia non possono più rimandare ciò che sarebbe stato necessario prima di autorizzare piani e progetti.
I carichi urbanistici dei paesi dell’intero versante orientale contano sulle risorse attinte nella “Cenerentola” Rio Marina per cui non è solo solidarietà quella che si sta chiedendo: il problema è di tutti.
Il fenomeno è monitorato dal Prof. Casagli che ha avuto la pazienza e la gentilezza di spiegarmene le concause: è ormai irrimandabile un’ordinanza che fermi i pompaggi dai pozzi di ASA e magari utile capire chi li ha autorizzati.
Le istituzioni facciano le istituzioni e qualcuno le metta di fronte alle loro responsabilità.
Sindaco, possiamo ancora farcela.
Paola Mancuso