Si è riaperta di recente una esasperata polemica sull’utilizzo della terrazza della Gran Guardia. Visto lo stato di avanzata crisi del centro storico costantemente evidenziato da tutti, dovrebbe essere avviato un percorso che, nei limiti del possibile e legittimo, porti tutto il patrimonio storico disponibile di questa bella città ad essere messo a reddito con opportuni accordi o convenzioni con investitori a ciò disponibili. Non c’è né da scandalizzarsi né da preoccuparsi di questo approccio amministrativo quando gli accordi fra Amministrazioni e Investitori siano ben studiati e accuratamente verificati nella loro esecuzione; è l’unico modo, oggi, per sperare di vedere rinascere una parte almeno del nostro patrimonio adesso abbandonato ai danni del tempo per carenza sia di fondi pubblici che di idee per il loro riutilizzo. Portoferraio deve tornare a brillare di vita propria e sono necessari forti investimenti, ciò si può ottenere solo mettendo intelligentemente in campo le risorse dei privati investitori, sempre che si trovino. Così facendo le Amministrazioni non avrebbero più l’onere della cura del bene (che potrà far capo al privato), ma solo la vigilanza del rispetto degli accordi fatti per l'utilizzo del bene. Esse potranno così destinare i loro sempre minori bilanci verso altre esigenze prioritarie come il campo del sociale.
Ciò detto dobbiamo sottolineare fortemente che l'intervento della Gran Guardia – del tutto banale sul piano pratico - viene osteggiato proprio da coloro che hanno fatto passare senza rumori, anzi hanno sponsorizzato avverso all’opinione di tutta la città, uno dei maggiori sfregi urbani mai fatti a Portoferraio dal dopoguerra: il riuso della Gattaia. Per questo preciso motivo l’opposizione della minoranza consiliare - alla quale si è aggiunta Legambiente, guarda caso – verso il riutilizzo senza danno alcuno della terrazza è “tecnicamente e moralmente” inaccettabile.
Allora resta in piedi solo un fatto di mera opposizione “politica”, del tutto legittimo e normale nello sviluppo della dialettica consiliare.
Auspicheremmo che la questione segua il suo iter naturale e quindi l’Amministrazione, dopo aver verificato l'ottenimento di tutte la autorizzazioni necessarie, concluda il percorso della pratica. Io, come portoferraiese amante della sua città e come molti turisti, aspetterò impazientemente di poter godere lo stupendo panorama dalla terrazza (anche senza aver consumato alcunché!), con la tranquillità di non aver assistito ad alcuno scempio, anzi di aver assicurato un utile futuro alla Porta a Mare.
Resterà ormai inamovibile solo la cicatrice della Gattaia, come perenne firma dell’Amministrazione precedente.
Alberto Nannoni
Gentile Ingegnere
Niente da eccepire sulla legittimità delle sue convinzioni sull'uso del patrimonio monumentale cittadino per scopo di lucro privato (che non condividiamo, per la cronaca, neanche un poco), ma non se ne abbia se le segnaliamo di aver commesso una grossa sciocchezza nello scrivere:
"Per questo preciso motivo l’opposizione della minoranza consiliare - alla quale si è aggiunta Legambiente, guarda caso – verso il riutilizzo senza danno alcuno della terrazza è “tecnicamente e moralmente” inaccettabile".
Si perché a parte i non pochi dissensi di altre associazioni e altri cittadini che si sono aggiunti, Legambiente (guarda caso) ha formulato le sue critiche all'operazione prima dell'opposizione portoferraiese, e, ne converrà, è un po' improbabile accodarsi a qualcuno precedendolo.
Poi (guarda caso) per quanto riguarda la sciagurata Gattaia, L.A. si è opposta con determinazione superiore di quella all'epoca manifestata delle minoranze di un dì, odierne maggioranze. E potremmo continuare a citarle una marea di casi in cui il Circolo ambientalista ha formulato denunce e critiche interessanti amministrazioni di sinistra e di destra, di sotto e di sopra, di qui e di là. Non lo facciamo per pura pieta verso i lettori che quell'elenco se lo sono sciroppato in altre occasioni.
Se lei comunque vuole entrare nella ormai ristretta pattuglia che considera gli ambientalisti del Cigno Verde come un'emanazione del PD (o del KGB?) si accomodi, ma farà la figura del pessimamente informato, se non del prevenuto.
La realtà è ben diversa, Legambiente (guarda caso) non fa sconti a nessuno e non porta acqua a mulini diversi di quelli della salvaguardia ambientale e monumentale. Un po' come fa questo giornale, non si pone il problema di piacere o dispiacere a chicchessia.
E se non crede a questa terzietà, se non si fida di un Vecchio presidente di L.A. qual'è il bolscevico che le scrive, chieda conferma al vecchio presidente di L.A. Mario Ferrari ora sindaco di Portoferraio.
Ne tenga conto, Le eviterà in futuro di scrivere autentiche panzane.
sergio rossi