La Regione ha deciso, non più 12 Aziende Sanitarie ma solo 3. A marzo decadono i direttori Generali, i direttori Amministrativi e i direttori Sanitari. (le promesse di questi ultimi due anni resteranno solo promesse).
E’ giusto chiedere una buona salute e il benessere fisico in un momento dove si devono affrontare non poche difficoltà come il lavoro, la scuola, i trasporti, la sicurezza e la stessa sanità pubblica che in un prossimo futuro quasi certamente non potrà più garantire una cura adeguata per chi vive a malapena del proprio lavoro o della modesta pensione.
Dopo un’attenta analisi alle grandi manovre Regionali sulla sanità che fra qualche mese produrranno, tre aree vaste modello Hub and Spoke che annulleranno le figure dei vari direttori i quali saranno sostituiti da tre commissari regionali, noi di Elba salute vogliamo esaminare in maniera seria e razionale come si potrebbe sviluppare la futura sanità Elbana nel nuovo scenario che sposta il timone sempre più verso una sanità privata che solo pochi se la potranno permettere. Lo vogliamo fare senza avventurarci in piani sanitari inattuabili, in progetti utopistici o in modelli sociali privi di senso logici considerando le attuali risorse che la Regione destina alla nostra Azienda Sanitaria. L’attuale Piano Sanitario Integrato Regionale considera scarsamente importante la nostra insularità, al punto di declassarci a ospedale di “Prossimità”. Questo vuol dire che potrebbero declassarci anche il Pronto Soccorso necessario ai residenti e fondamentale per l’offerta turistica, sostituendolo con una specie di ambulatorio dal nome (PPI) “Punto di Primo Intervento”. Il PPI risponde solo a urgenze non gravi che possono essere risolte senza un ricorso immediato a esami clinici e strumentali, senza visite specialistiche, senza la facoltà di determinare eventuali ricoveri tante è che i PPI sono sprovvisti di ricettari per prescrizioni mediche, per esami diagnostici e per certificati. Per un mal di pancia, per un dolore al petto o per un probabile Ictus, dobbiamo recarci in continente sempre che si faccia in tempo ad arrivarci.
Questa è la cruda realtà che non tiene conto neanche della catena della sopravvivenza e “Golden Hour” vale a dire quell’ora d’oro entro la quale devono svolgersi le azioni di valutazioni, trattamento di stabilizzazione per un rapido e assistito trasporto del paziente in una struttura ospedaliera idonea a salvargli al vita. Già da ora dobbiamo confrontarci con le assurdità del sistema sanitario in essere che fa pagare a una Signora di 93 anni le spese di trasferimento per recarsi a Livorno (nostra stessa ASL) per farsi operare una frattura al femore. Come sarà il futuro se già ora ci sono pazienti in barella che aspettano 7/8 ore prima di essere ricoverati a causa della soppressione di posti letto voluta dai vertici sanitari pur sapendo che il rapporto di legge è di 3,7 posti letto per 1000 abitanti? Già ora si subiscono attese quasi annuali per esami e visite quando i nostri ambulatori sono chiusi il pomeriggio (in altre ASL lavorano anche la sera) e poi scopriamo che molti sono chiusi anche il sabato. Persino l’ambulatorio oncologico pratica la settimana corta dando origine a disagi non piacevoli. Nella stessa situazione è l’ambulatorio del “Piede diabetico”. Noi Elbani sono anni che continuiamo a fare “rete” a vantaggio dei nosocomi della costa che certo non ci ripaga con l’efficienza dei servizi anzi, li frammentano al punto che il paziente non ha mai lo stesso medico di riferimento e a volte, incredibilmente, riceve parere diverso per la stessa prognosi. Non è un mistero che alcuni medici di oltre mare vengano all’Elba intascando moltissimi euro per l’accesso di un solo giorno. Si spiega così perché nessuno voglia trasferirsi sull’Isola. Non è un mistero che nel pronto soccorso la maggior parte dei medici di raddoppio sono itineranti così come gli ortopedici che già dal primo pomeriggio scalpitano per imbarcarsi il più presto possibile. Non è un mistero che il nostro unico ortopedico va più volte a operare all’ospedale di Piombino e a volte opera lì anche i pazienti Elbani mentre le operazioni del primario all’Elba si contano sulle dita.
Il comitato Elba Salute non chiede un ospedale con eccellenze di I o II livello, ma un presidio ospedaliero con un’ottima emergenza/urgenza che per un’Isola è indispensabile, sempre che a essa sia collegata una rete essenziale e efficiente che comprenda una pronta e efficace ortopedia, una valida chirurgia che, insieme a radiologia e medicina, devono garantire con sicurezza il trasferimento in continente del paziente qualora si rendesse necessario il ricovero in un ospedale più attrezzato. Per una valida emergenza/urgenza è imprescindibile che tutto funzioni a dovere come gli ascensori, specialmente quelli che portano alla piattaforma dell’elisoccorso e avere un protocollo di emergenza alternativa in caso d’inagibilità della piazzola di atterraggio. E’ implicito che per funzionare a dovere una emergenza/urgenza è necessario avere medici, specialisti e responsabili in loco e reperibili anche nei fine settimana e nelle festività. Inoltre bisogna garantire il medico a bordo ai punti di emergenza periferici.
Vogliamo l’ospedale del passato, dove ti recavi con fiducia in caso di malore.
Elba Salute
(Hub = Centri di eccellenza. Spoke = Centri ospedalieri periferici.)