Gentile Direttore,
il 3 aprile scorso il signor Francesco Bosi ha rivolto al Suo giornale una lettera di commento alla recente sentenza con cui il TAR della Toscana ha rigettato il ricorso del Consorzio Servizi Capo d’Arco contro i permessi di costruire nuovi insediamenti turistici sotto l’ombra del Monte Arco in territorio del Comune di Rio Marina.
Le valutazioni del signor Bosi richiedono una smentita e alcune precisazioni, (...)
In verità l’intervento del signor Bosi non ci ha sorpreso. Da ex parlamentare UDC egli ha sicuramente bisogno di riqualificare la sua condizione politica all’Isola d’Elba, nella specie in un momento così delicato anche per l’Isola, nel quale si dovranno a breve affrontare gli accorpamenti tra Comuni. Per contenuti e toni, il suo intervento a proposito della sentenza del TAR pare rivolto più agli operatori edilizi dell’Isola e a coloro che gravitavano intorno alla sua amministrazione politica che non a cittadini e affezionati proprietari di brani del territorio elbano.
Evidentemente immemore anche della sentenza resa l’anno scorso dalla Corte di Cassazione sull’eco-mostro di Cavo, il signor Bosi muove dall’idea, ormai invece del tutto desueta in ogni angolo d’Italia, che “fare sviluppo” significhi “fare edilizia” residenziale per seconde case al solo scopo di introitare oneri di urbanizzazione da utilizzare, in buona parte, per la mera copertura delle “spese correnti”.
(...) In realtà, non da ultimo, alla luce della recente normativa di tutela del paesaggio della Regione Toscana, nessuno più pensa che un equilibrato sviluppo economico del territorio passi attraverso nuovi insediamenti di edilizia turistica residenziale per seconde case, peraltro in un momento in cui il mercato immobiliare soffre, più o meno dappertutto in Italia, di un esubero di prodotto del 30% rispetto alla domanda.
La richiesta di tutti coloro che frequentano ed amano l’Elba è che lo sviluppo edilizio riguardi anzitutto il recupero delle aree già insediate e il potenziamento dei servizi offerti ai potenziali visitatori. Di ciò, però, l’ex consigliere regionale toscano, ex senatore, ex deputato, ex sottosegretario ed ex sindaco Bosi resta negligente (in senso tecnico).
Così egli torna a battere su un'altra idea ormai desueta: che Capo d’Arco sia popolato da un’elite di privilegiati che si crogiolano in ameno isolamento: sembra intendere che, dovendo scegliere un luogo dove sviluppare nuovi insediamenti turistici, sia la costa a Sud di Ortano a poterli sostenere, perché là disturbano solo gente in realtà estranea alla vita civile elbana.
Dal conto del bilancio 2013 del Comune di Rio Marina si rilevano entrate per ICI/IMU pari a € 2.620.165,55 e TARSU/TARI per € 1.064.281,22. Il nostro trascura che, tra ICI-IMU e TASI-TARSU, i proprietari di immobili a Capo d’Arco versano al Comune di Rio Marina circa € 600.000 di imposte all’anno, pari a circa il 16 % delle entrate da tributi ordinari dell’Amministrazione. Sa che a fronte di quest’importante contribuzione, la località Capo d’Arco non riceve dal Comune praticamente alcun investimento: nemmeno il rifacimento della strada di accesso al Comprensorio, anche considerata una “vicinale tra privati e frontisti”, pur se va dato atto a questa Amministrazione comunale di aver mostrato diversa sensibilità.
Il Comprensorio di Capo d’Arco vanta invero quattro depuratori, qualche chilometro di strade interne e di condutture idriche e fognarie, una rete antincendio, una rete di illuminazione e di sottoservizi telefonici proprio come un qualsiasi paese di millecinquecento abitanti (la popolazione che raggiungiamo tra luglio e agosto) e tutte tali strutture sono mantenute a spese di residenti e membri del Comprensorio.
Sin dall’epoca della costruzione del Comprensorio il Comune di Rio Marina avrebbe avuto il diritto-dovere di acquisire, peraltro gratuitamente, la proprietà e la gestione di tutti tali beni, impianti e servizi. Non l’ha mai fatto, nemmeno durante i dieci anni di “Amministrazione Bosi”, forse ritenendo che non convenisse accollarsi quella gestione, perché i costi avrebbero finito con l’assorbire tutte le disponibilità finanziarie rese dalle entrate tributarie provenienti dai membri del Comprensorio di Capo d’Arco.
Sono dati che il signor Bosi dovrebbe ben conoscere, visto che proprio sotto la sua amministrazione pare sia maturata la prescrizione del diritto del Comune di Rio Marina di acquisire tutti tali beni e rendere così la nostra area comprensoriale un po’ meno “privata”.
E forse interesserà a tutti i cittadini Elbani il fatto che durante i dieci anni in cui è stato Sindaco di Rio Marina, il signor Bosi non ha trovato il modo ed il tempo di rivalutare la situazione di Capo d’Arco, sicché oggi ci si ritrova, per esempio, con la ristrutturazione integrale di un edificio praticamente sul mare, appena rinnovato ed ora composto da ben 19 appartamenti che, nonostante siano a meno di cinquanta metri da uno dei depuratori “privati” del Comprensorio, scaricano le loro acque nere direttamente in vasche “imhoff” e, quindi, nelle falde del terreno lungo la costa e, quindi, in mare: forse non è questa l’idea di “sviluppo” che i cittadini dell’Elba amerebbero veder coltivata dai loro amministratori.
Il Consorzio Servizi di Capo d’Arco ha introdotto le sue azioni giudiziarie - e non sarà una prima soccombenza avanti al TAR per motivi formalmente urbanistici a fermarci - proprio per esprimere l’idea che uno sviluppo turistico ed edilizio possa ben coesistere con il rispetto del territorio e del diritto di tutti a godere di protezione ambientale e servizi coerenti coi tributi che si versano al Comune.
Ancora non riusciamo a comprendere, quindi, in cosa consista l’utilità pubblica di un piano particolareggiato per l’appunto denominato “di iniziativa pubblica” che prevede l’insediamento di circa 120 nuove unità immobiliari (seconde case) senza la realizzazione di impianti di depurazione (ma le solite vasche imhoff) e senza potenziare gli attuali servizi recettivi adeguando tutti gli standard urbanistici alle nuove presenze considerata la scarsa capacità delle strutture balneari esistenti e delle minuscole dimensioni dell’unica spiaggia esistente.
Possiamo andare fieri del fatto che a qualche “ex” questi principi dispiacciano e siamo certi che il dialogo finalmente costruito con l’attuale Amministrazione di Rio Marina troverà nuovi successi.
Grazie per lo spazio concessoci.
Dott. Ugo Aniasi
Presidente del Consorzio Servizi di Capo d’Arco S.R.L.