Rispondo al Sig. Aniasi, fratello dell'ex Sindaco di Milano politico stimato e di grande esperienza, invitandolo ad essere anch'egli più attento ai valori della politica di quanto non lasci trasparire dalla replica che mi ha voluto dedicare.
In primis desidero rassicurarlo sul fatto che il mio apprezzamento alla sentenza del TAR della Toscana ,che ha ampliamente riconosciuto le ragioni del Comune di Rio Marina, deriva dall'aver visto autorevolmente riconosciuta la giustezza del mio operato di Sindaco ispirato alla ricerca dell'interesse pubblico anche a discapito di particolarismi. Dunque nessun bisogno di riqualificare la mia posizione bensì il dovere di rispondere del proprio operato anche nei confronti di coloro che hanno fatto finta o fingono di non vedere quello che è sotto gli occhi di tutti. Mi riferisco in particolare all'affermazione del Sig. Aniasi che, forse disinformato, non dice che i proventi degli oneri di urbanizzazione sono stati quasi interamente impiegati nelle tante opere pubbliche realizzate durante il mio mandato (si pensi al rifacimento delle piazze, delle strade, al decoro urbano, alla sistemazione delle spiagge, al loro rifacimento, al nuovo lungomare di Cavo, alla messa in sicurezza delle aree ex minerarie, ai fossi, ai canali ecc.).
Per quanto riguarda il comprensorio di Capo d'Arco si è agito alla stregua di tutte le altre urbanizzazioni, stabilendo gli oneri dovuti compresi quelli tributari che ciascun proprietario di abitazione è chiamato ad erogare senza distinzioni di ubicazione territoriale. Quindi nessuna vittimizzazione può essere invocata né, tanto meno, accampare diritti particolari.
Al Sig. Aniasi forse sfugge che la pianificazione urbanistica, tanto contestata dal Consorzio che egli presiede, è un atto dovuto che obbedisce ad un disegno organico elaborato tenendo conto delle compatibilità ambientali e, nello stesso tempo, delle esigenze di crescita di un Comune che ha oggi, più di prima, una vocazione turistica che si alimenta delle presenze estive. Faccio notare che queste presenze sono, nella media elbana, dieci volte superiori ai residenti mentre a Rio Marina non superano le cinque volte.
Teorizzare l'imbalsamazione del territorio significa condannare la popolazione ad un disagio economico difficilmente sopportabile.Ecco perché un Sindaco e un'Amministrazione non possono fermarsi di fronte alle pretese di chi invoca una speciale rendita di posizione per incrementare, in forma parassitaria, il valore dei propri immobili ubicati in posizione esclusiva.
Se poi il "Consorzio" vorrà continuare le proprie battaglie legali lo faccia pure anche se dubito fortemente che possa trovare soddisfazione da parte di tribunali che, come il TAR della Toscana e lo stesso Consiglio di Stato, sono chiamati a misurare la prevalenza dell'interesse pubblico rispetto a quello squisitamente privato.
Francesco Bosi