Pianosa non è Ellis Island, ma un “pezzetto” di Italia che senz’altro sarebbe disposta ad accogliere, per motivi umanitari, coloro che hanno bisogno di assistenza. Se Pianosa fosse stata al Sud della Sicilia, senz’altro avrebbe fatto la sua parte, come fanno gli amici di Lampedusa con grande sacrificio. Le difficoltà geografiche sono evidenti, e se anche queste si potessero superare con grande impegno di denaro pubblico, certo non si assolverebbe al compito umanitario. Pianosa ha un patrimonio edilizio rilevante, ereditato dal suo passato carcerario, ma purtroppo completamente fatiscente e non utilizzabile, se non in minima parte e in modo approssimativo, non ha risorse idriche sufficienti, non ha adeguati impianti di smaltimento per le acque reflue e poi molti, molti altri sono gli impedimenti di carattere logistico che non la rendono idonea ad essere utilizzata per accogliere la moltitudine dei profughi. Questi e altri problemi, che si trascinano da tanti anni e che con gli anni si accrescono sempre più, andranno risolti, qualsiasi sia l’utilizzo futuro dell’isola. Un utilizzo con la strada segnata dai valori naturali e storici, che la rendono idonea ad un turismo ambientale contingentato.
Sono altri i modi da studiare e mettere a punto per risolvere il problema profughi e non entriamo noi nel merito della questione. Se la proposta Pianosa rappresenta una provocazione per tentare di raggiungere più velocemente una soluzione del problema, allora ben venga questo tentativo, perché il problema è grave e anche un singolo tentativo merita di essere perseguito. Se invece la proposta Pianosa ha il mero obiettivo di relegare una moltitudine di bisognosi lontano dalle nostre città a costi salatissimi, allora questo è inaccettabile. Pianosa ha allontanato dalle nostre città, tramite il carcere, delinquenti e mafiosi e le due situazioni non sono minimamente paragonabili. Se questo fosse il vero motivo che ha messo “in ballo” Pianosa, cui si aggiungesse anche la strumentalizzazione politica locale, allora si starebbero costruendo una informazione distorta e un cattivo servizio alla collettività.
Pianosa ha l’unico destino di paradiso ambientale, va aiutata in questo percorso e sarà una ricchezza per il nostro Paese. Accostare il nome dell’Isola ad iniziative diverse la danneggia e fa regredire dai miglioramenti gestionali degli ultimi tempi che, seppur picoli, hanno fatto ben sperare per il futuro.
Associazione per la Difesa dell’Isola di Pianosa