La Toscana vuole produrre vini sempre migliori e adeguare l'offerta alla domanda attraverso il reimpianto dei vigneti. Al tempo stesso non vuol perdere di vista i territori dove la viticoltura è più fragile, ma con grande valenza paesaggistica e ambientale. Per questi territori è stata infatti introdotta una priorità per la realizzazione degli interventi e un contributo ad ettaro maggiore rispetto agli altri ambiti territoriali: a partire dalle isole dell'Arcipelago, come la Gorgona con la produzione della locale casa di reclusione collegata ai Marchesi Antinori, alle zone di produzione de i vini a denominazione di origine protetta Candia dei Colli Apuani, Colli di Luni, Ansonica Costa dell'Argentario, limitatamente al comune di Monte Argentario e Elba.
Un impegno di tutela che si traduce ancora oggi in quasi 28 milioni di fondi comunitari stanziati dalla Regione in attuazione del programma nazionale di sostegno per il settore vitivinicolo toscano: 10 milioni per la promozione dei vini sui mercati terzi e oltre 17 e mezzo per la misura della ristrutturazione e la riconversione dei vigneti.
"Il settore vitivinicolo è centrale nell'agricoltura toscana, per questo grazie alle risorse comunitarie abbiamo sempre investito in modo importante - afferma l'assessore toscano all'agricoltura Marco Remaschi - Sui reimpianti dei vigneti, con una spesa di circa 210 milioni di euro da oltre dieci anni a questa parte, abbiamo interessato oltre un terzo della superficie regionale dedicata alla vite. Ma insieme alle grandi produzioni dobbiamo garantire anche quelle più piccole e caratteristiche attraverso interventi opportuni e mirati. Ciò anche in vista dell'anno prossimo, quando i diritti di reimpianto non ci saranno più ed entrerà in vigore il nuovo regime comunitario delle "autorizzazioni", le cui disposizioni attuative sono ancora in corso di formulazione a livello ministeriale".