Con il giudice di prossimità il Governo è incorso in una palese contraddizione: da una parte ha riconosciuto che, in base alla Costituzione, per garantire pari diritti a tutti, sia necessario trattare in maniera diversa le situazioni peculiari, quali quella di essere cittadini di un’isola ed ha quindi accettato il criterio dell’insularità come elemento da riconoscere e valorizzare; dall’altra ha declinato in maniera del tutto insufficiente la risposta conseguente ai bisogni, fornendo una soluzione che, ad una prima impressione, tale non è e che scontenta tutti.
L’Elba, che ha, tra l’altro, tra le sue caratteristiche quella di essere la più grande delle piccole isole, non può avere soltanto una figura quale quella del Giudice di Pace che diventa anche “giudice delle emergenze”, in caso di impossibilità di raggiungere la terraferma, ma deve stabilmente fare riferimento ad una sezione distaccata del Tribunale di Livorno, che governi la complessa e copiosa casistica civile e penale che da sempre caratterizza il territorio e, appunto, ad un Giudice di Pace, che si occupi delle questioni minori.
Da questo tipo di impostazione non si può uscire, se non rendendo i cittadini dell’Elba meno uguali agli altri italiani, nella sostanza un po’ meno cittadini. Su questo le Istituzioni, la politica e tutte le forze della società civile debbono svolgere una battaglia decisa e non arretrare di un centimetro.
Mi stupisce, pertanto e mi preoccupa l’assordante silenzio di questi giorni su un tema così importante e delicato, un silenzio che va rotto con decisione, per non subire l’ennesima lesione dei nostri primari diritti.
ROBERTO PERIA - Sindaco