Nel territorio del Comune di Marciana niente più raccolta porta a porta dei rifiuti a partire dal prossimo anno. Il cambio di marcia non dipende soltanto dal fallimentare bilancio di un esperimento promosso con troppa approssimazione, ma è dovuto soprattutto alle direttrici indicate dall’ATO Toscana Costa 2016/2020. Costituita da 105 Comuni delle province di Massa, Carrara, Lucca, Pisa, Livorno compresi quelli elbani, l’assemblea intercomunale ATO dei Sindaci ha varato, il 6 luglio scorso, un piano straordinario quinquennale per la gestione integrata della raccolta differenziata; un piano che ha ottenuto, tra gli altri, il consenso dello stesso rappresentante del Municipio di Marciana.
In un dossier di 180 pagine si definiscono perimetrazione, pianificazione, dinamiche produttive, nonché si tracciano metodi, criteri e forme di raccolta a seconda delle caratteristiche dei paesi del comprensorio da gestire. Obiettivo appunto la raccolta differenziata su larga scala e ove possibile “porta a porta”. Per l’alta dispersione urbana con troppi nuclei abitativi isolati, per la morfologia complessiva del territorio, per la mancanza di una stazione ecologica per gli ingombranti, Marciana non è ritenuta sufficientemente idonea per il sistema del “porta a porta”.
Peraltro, la prova provata della giustezza delle analisi elaborate nel documento è testimoniata dalla verifica sul campo dell’esperimento: dai disagi individuali, sociali e igienici al disastro ambientale dei cumuli di sporcizia abbandonati nelle strade e nei boschi; insomma è sopravvenuta una catena di disservizi e di sofferenze provocati dal cattivo funzionamento del sistema marcianese, riscontrato fin dall’avvio in maggio e poi nel rodaggio, e apparso di evidenza cronica nel colmo della stagione turistica. Proteste, petizioni al prefetto di Livorno, iniziative popolari di raccolta di firme (l’ultima di pochi giorni fa), denunce dei Comuni circostanti invasi dalla spazzatura marcianese hanno messo in agitazione gli amministratori comunali che hanno tentato di correre ai ripari con una serie di correttivi dell’ultima ora, rivelatisi tardivi, costosi (raccoglitori di emergenza, “isole ecologiche” volanti su camioncini, posa cenere ultima generazione ecc.), quanto purtroppo non risolutivi.
Rimanesse almeno la consolazione che la raccolta differenziata “marca marcianese” vada a destinazione secondo una logica funzionale e di garanzia ambientale. L’unica cosa certa che assieme a buona parte dei rifiuti elbani emigra via mare al costo di 120 euro a viaggio in traghetto con l’effetto di ingrossare le discariche toscane di Scapigliato a Rosignano.
Altra amara considerazione sulla gestione marcianese. Persino, un piccolo comune rurale come Fabrica di Roma nel viterbese, non certo baciato dalla sorte delle fortune turistiche e da pingui tasse sulle seconde case, assicura assistenza ai suoi neonati e ai paesani più sfortunati colpiti da mali disabilitanti: Nella guida alla raccolta dei rifiuti, si legge: “Gli utenti domiciliari che fanno uso domestico di pannolini e pannoloni possono conferire il loro rifiuto specifico, anche giornalmente, dentro sacchi a perdere chiusi, posizionandoli in adiacenza esterna al contenitore della raccolta prevista giornaliera”. Una piccola lezione di civiltà!
Romano Bartoloni