Ho letto con attenzione il documento - lettera inviata dal PD di Rio Marina all'On. Silvia Velo, nella sua veste di Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente, sul tema della vigilanza del compendio ex minerario.
A tal proposito, essendomi per lungo tempo occupato di queste problematiche, ritengo opportuno svolgere alcune considerazioni.
Il problema è serio e condivido pertanto le preoccupazioni del PD affinché sia garantita la vigilanza e la manutenzione di quelle aree.
Ciò che il PD omette di dire al Sottosegretario (e non capisco il perché) è che, su richiesta del Comune, proprio con fondi del Ministero dell'Ambiente, sono stati eseguiti, a partire dal 2002, ingenti lavori - per circa 11 ml di euro - per la messa in sicurezza di queste vaste aree che si trovavano in stato di grave e pericoloso dissesto
I lavori sono stati eseguiti mediante la rimodulazione del terreno, la creazione di fossi e canalette, la realizzazione di vasche di decantazione ecc. il tutto realizzando un sistema complesso di messa in sicurezza di terreni a componente acida sui quali difficilmente si ricrea una vegetazione. Da qui la necessità di costanti interventi di manutenzione senza i quali si corre il rischio di ritornare alla situazione antecedente di grande pericolosità che determinò, su richiesta del sottoscritto in qualità di Sindaco la dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. .
Purtroppo, dopo la cessazione dell'attività estrattiva, ovvero dal 1981, e quindi per 20 anni la Società Fintecna, ultima concessionaria delle estrazioni minerarie, non solo non aveva eseguito le necessarie opere di riassetto dei terreni, ma pur usufruendo di contributi ad hoc si era limitata a svolgere unicamente attività di vigilanza e piccola manutenzione attraverso la Srl Parco Minerario.
Dopo la conclusione dei grandi lavori di riassetto idro-geologico del compendio ex minerario, il Comune affidò inizialmente alla stessa Srl Parco Minerario l'incarico di guardiania e manutenzione con fondi provenienti dall'Agenzia del Demanio proprietaria di quelle aree.
Nel tempo a causa della diminuzione del numero dei dipendenti la Srl Parco Minerario venne sollevata dal compito della manutenzione più importante mantenendo solo l'incarico della vigilanza oltre a piccolissimi interventi come lo sfalcio d'erba, la segnaletica. E' pur vero che, progressivamente è venuta meno anche un efficiente opera di vigilanza tanto che il sistema di sbarre che inibiscono il libero accesso alle aree ex minerarie è stato disattivato.
So che il Comune di Rio Marina deve ancora decidere se acquisire o meno - tramite le opportunità della legge sul Federalismo demaniale - le aree di cui si tratta. Solo dopo questa scelta, che mi auguro rapida, si dovrà chiedere all'Agenzia del Demanio di farsi carico efficacemente della manutenzione e della vigilanza dell'intero sistema.
In questo caso ha fatto bene il PD a rivolgersi all'On. Silvia Velo perché è proprio il Ministero dell'Ambiente, in quanto erogatore del finanziamento di 11 ml di euro per la messa in sicurezza, che deve pretendere che esso non sia stato speso invano. Se ciò accadesse si verrebbe a determinare un grosso danno erariale. In questo senso in qualità di Sindaco mi ero già espresso, alcuni anni fa, nei confronti dell'Agenzia del Demanio.
Francesco Bosi