La vita politico - amministrativa di Rio Marina è da anni legata a quella del Parco Minerario, fonte forse di eccessive speranze sulla sua capacità di essere volano dell’economia del paese, da un lato, dall’altro di grandi delusioni e preoccupazioni ogni volta in cui - venuto meno anche temporaneamente il supporto pubbblico - ha purtroppo fatto i conti con la scarsa imprenditorialità della sua gestione.
Se da un lato si condividono le preoccupazioni per il venir meno non solo di un’importante supporto economico a tale gestione, ma altresì una garanzia di manutenzione indispensabile affinché gli interventi di risanamento fatti a suo tempo non perdano valore ed efficacia,
è peraltro indubbio che serva una riflessione nuova che abbandoni le vecchie logiche assistenzialistiche e guardi al futuro con uno slancio vero e capace di rafforzare anche la fiducia degli enti pubblici chiamati ancora una volta a non dimenticare le loro responsabilità nei confronti di un territorio la cui storia merita una concreta prospettiva.
Perché allora non ripensare ad un’anima un po’ dimenticata del Parco Minerario di Rio Marina quale quella scientifica, di ricerca e di valorizzazione delle risorse ambientali che questa parte di mondo ha ricevuto in abbondanza?
Perché non pensare ad un ruolo in quella avvincente strada che è e sarà in futuro lo sfruttamento delle acque termali di Cavo - anch’esse ricchezza del sottosuolo e grande risorsa “geologica” - che hanno appena terminato il loro percorso di ricerca e verifica e si accingono ad essere il futuro pilastro dell’economia di territorio?
La sfida è lanciata e appassionante… a chi di dovere il compito di dare la risposta giusta.
Paola Mancuso