Non è facile seguire le normative ambientali specie in riferimento alle politiche di tutela e al ruolo delle aree protette.
E’ recente ad esempio il varo di una legge di cui si sapeva poco o nulla sulla tutela e valorizzazione della biodiversità in territori agricoli. Fatica invece il cammino di quella sulla tutela del suolo che prese avvio con la proposta Catania e che deve ora fare i conti con chi preferisce i piani casa alla Toti. Poi ritorna l’idea di cancellare le valutazioni di impatto ambientale come si era nuovamente tentato con Peretola per fortuna rientrata all’ultimo tuffo. Poi ci sono le trivellazioni con le regioni all’opposizione e a sostegno dei referendum.
Da poco ( 6 novembre) è stata approvata una legge con disposizioni in materia ambientale per uso risorse naturali presentata a suo tempo dal ministro dell’ambiente Orlando che da tempo ha lasciato il posto a Galletti.
La legge prevede nuovi finanziamenti alle protette marine e all’art 6 aggiunge all’art 36 della legge 394 nuove aree protette marine soprattutto in Sicilia a quell’elenco rimasto finora per molti aspetti inattuato.
Come si ricorderà iniziò nel 2011 la presentazione di norme una più pasticciata dell’altra iniziata addirittura ai tempi di Ronchi e per fortuna non ancora conclusa che toglievano alle regioni qualsiasi ruolo per ricondurlo burocraticamente al ministero che dell’art 36 della 394 finora se n’è fregato.
Finora non ho visto commenti e reazioni spero che non si continui a far finta di niente.
Le aree protette marine sono in attesa non solo in Sicilia ma anche all’Arcipelago Toscano come in Liguria e in Sardegna e dopo tanta attesa specie nel santuario dei cetacei bisogna finalmente mettere mano non a norme balorde ma a programmi seri.
Renzo Moschini