Doveva essere la riunione del chiarimento, quella in cui si pensava che i Sindaci elbani raggiungessero un accordo su due punti: l'elevazione a euro 2,50 della ex Tassa di Sbarco (ora Contributo di Sbarco) per ogni passeggero, e la ripartizione dei proventi. L'ipotesi che si formulava per la suddivisione del previsto totale ammontare di 2,5 milioni di euro, prevedeva il finanziamento delle attività della gestione associata della promozione turistica che fa capo al Comune di Capoliveri per 1.250.000 euro, e la destinazione di un pari importo ai comuni (200.000 € a Portoferraio 150.000 per ciacuno degli altri sette) per le altre attività compatibili con il dettato della nuova legge.
Ma in luogo di produrre un accordo, il tavolo ha generato una rottura pressoché totale tra il Sindaco del Capoluogo elbano ed i suoi omologhi. Ferrari ha infatti esordito chiedendo un mutamento dell'ordine dei lavori chiedendo di discutere prima l'approvazione del regolamento di impiego e suddivisione delle risorse e solo successivamente la ripartizione.
Evidentemente il Sindaco portoferraiese - peraltro neanche convinto dell'opportunità di aumento del 66% della tassa - intendeva ridiscutere obiettivi ed entità delle destinazioni ai singoli comuni, e finiva per proporre un aggiornamento della seduta tra dieci giorni.
A quel punto l'incontro si è trasformato in vero e proprio scontro: Ferrari è stato contestato soprattutto dal capoliverese Barbetti (ma anche gli altri Sindaci erano presi dal nervosismo) e finiva per abbandonare veramente irato la riunione, destinata a quel punto a chiudersi con un nulla di fatto.
Cosa la rottura rischia di provocare nell'immediato lo ha dichiarato lo stesso Barbetti ai colleghi del Tirreno: Secondo il Sindaco di Capoliveri la sua Amministrazione dovrà immediatamente sospendere tutti gli incarichi professionali conferiti per la Gestione Associata.
Non solo, poiché i Comuni non si sono dimostrati capaci di indicare l'entità del nuovo contributo di sbarco (e la vecchia imposta è stata abolita dalla legge), contemporaneamente essi dovranno comunicare alle compagnie di navigazione di sospendere i prelievi dai passeggeri.
Da sottolineare comunque che nella impossibilità di un accordo per l'istituzione del Contributo di Sbarco (o in attesa che si ricomponga un accordo) i singoli comuni potrebbero, in sostituzione, istituire la Tassa di Soggiorno, la quale risulterebbe però penalizzante per i comuni più piccoli e quelli a minore densità di strutture dell'ospitalità.
A margine della riunione il "venerdì nero istituzionale" registra due altri fatti. Il primo è l'uscita di un comunicato del Sindaco di Portoferraio (che abbiamo già integralmente pubblicato) che replica alle accuse di Barbetti di far del male con i suoi atteggiamenti all'Elba, accusando i colleghi di pensare solo a spartirsi i soldi e ribadendo che, prima di pensare a come suddividere i fondi, servirebbe progetto per l'utilizzo del gettito.
Il secondo elemento di novità è costituito dall'ingresso in campo dell'A.N.C.I.M. (Associazione Nazionale Comuni delle Isole Minori) di cui è vicepresidente il marinese Ciumei. L'ANCIM si propone come elemento di mediazione, proponendo nell'immediato di tenere ferma l'applicazione della vecchia Tassa di Sbarco, fino alla sua cancellazione dai regolamenti da parte dei singoli comuni, e successivamente convocando di nuovo i comuni per tentare una ricomposizione del fratturatissimo quadro generale.
Una proposta lodevole nelle intenzioni ma che ci pare abbia due punti di debolezza:
- il primo è che la nuova normativa (che abolisce la vecchia tassa) entrerà in vigore il 2 Febbraio, come quindi sarà possibile che i comuni mantenengano in vigore una tassa che non ha più legale motivazione? A occhio il suggerimento parrebbe piuttosto peregrino.
- Il secondo è costituito dallo scarsissimo peso politico dell'ANCIM, che ha più immagine che competenze e sostanza. Forse altri, più importanti ed autorevoli sono i soggetti che a questo punto debbono intervenire per favorire un "rinsavimento" delle classi dirigenti elbane, e la composizione di una (brutta) vicenda che - ove ve ne fosse la necessità - dimostra, per l'ennesima volta, la totale idiozia ed i frutti avvelenati della frammentazione amministrativa dell'Elba.