Il tribunale di Livorno ha condannato a pagare 2.000 euro di ammenda e le spese processuali il comandante del peschereccio che l’8 maggio 2014 è stato beccato da un elicottero del Corpo forestale dello Stato mentre pescava a strascico a Montecristo.
Legambiente Arcipelago Toscano si complimenta con il Corpo forestale dello Stato e il Parco nazionale ma rileva con amarezza che per un reato gravissimo, la pesca illegale a strascico in un’area marina protetta integralmente e addirittura probabilmente a una distanza proibita dalle stesse leggi ordinarie sulla pesca, al comandate del peschereccio pirata è stato comminato solo il minimo della sanzione pecuniaria. Un’inezia rispetto ai guadagni che i pirati del mare riescono a fare con una sola calata nelle acque integralmente protette di Montecristo o Pianosa.
Per aggravare ulteriormente la cosa, i bracconieri erano all’opera davanti ad un’isola insignita con Diploma europeo per la protezione dell’ambiente e in un mare integralmente protetto che l’Unione europea ha dichiarato Zona di protezione speciale, una delle poche ancora presenti in Italia.
In altri Paesi per il saccheggio del mare protetto le pene sono molto più dure, a cominciare dal sequestro dell’imbarcazione e dalla revoca della licenza di pesca. Fino a che, con le leggi esistenti, si potrà procedere quasi impuniti al saccheggio del mare nessuno fermerà davvero i bracconieri della nostra bellezza e della nostra biodiversità e così anche la preziosa attività delle forze dell’ordine e i costosi mezzi tecnologici di controllo messi in atto dal Parco rischiano di risultare inefficaci.
Inoltre, episodi come questi evidenziano quanto sia prezioso il ruolo svolto dal Corpo forestale dello Stato che il Governo ha deciso di eliminare e di accorpare ai Carabinieri. Ci chiediamo cosa ne sarà di Montecristo, Riserva dello Stato gestita e sorvegliata dalla Forestale. I bracconieri staranno certamente brindando e preparando altre reti a strascico per saccheggiarla a basso rischio e a basso costo.