Un animato dibattito in corso tra i sindaci dell’Elba sull’utilizzo del gettito del contributo di sbarco. Introdotto dal collegato ambientale, dall’inizio di febbraio ha sostituito l’imposta di sbarco fissata all’Elba a 1,5 euro a passeggero, che forniva un gettito annuo complessivo di circa 1.400.000 euro. Questo gettito è stato finora destinato in parte ad una gestione associata dei comuni elbani per la promozione delle imprese turistiche e un’altra parte ridistribuita nella disponibilità dei comuni.
Tempo fa nacque la richiesta, sostanzialmente inevasa, di utilizzare l’imposta di sbarco per migliorare la qualità dell’ambiente e dei servizi, di una maggiore trasparenza sulla gestione associata del turismo, e di finanziare con una apposita imposta di soggiorno la promozione delle imprese turistiche.
Dal febbraio scorso l’imposta di sbarco è stata cancellata e sostituita con il contributo di sbarco. La norma stabilisce che il gettito del contributo di sbarco “è destinato a finanziare interventi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, gli interventi di recupero e salvaguardia ambientale nonché' interventi in materia di turismo, cultura, polizia locale e mobilità nelle isole minori”.
La nuova norma ha acceso un focoso dibattito fondamentalmente sui seguenti temi:
- E’ legittimo che le compagnie di navigazione riscuotano il contributo di sbarco per conto di alcuni comuni elbani in cui non sono attestate le linee di trasporto dei passeggeri?
- Quale misura fissare al contributo di sbarco per assicurare un gettito adeguato per gli scopi istituzionali ma che non scoraggi l’affluenza turistica aumentando il già troppo caro costo del trasporto, considerando anche che la legge finanziaria ha congelato per il 2016 l’effetto dell’aumento delle imposte locali?
- E’ legittimo destinare il gettito del contributo di sbarco per la promozione turistica a favore delle imprese del settore, obiettivo questo finanziabile con l’imposta di soggiorno ma che non sembra previsto dalla norma che ha istituito il contributo di sbarco?
- E’ più utile distribuire il contributo di sbarco in quote ai singoli comuni elbani per le loro singole esigenze oppure è meglio utilizzarlo per progetti comprensoriali dell’intera isola?
- Quali azioni a livello comprensoriale sono da fare per migliorare la qualità dell’ambiente e dei servizi eventualmente anche attraverso un Accordo di Programma Elbano che coinvolga altri soggetti, Regione Toscana, Amministrazioni dello Stato, consorzi obbligatori, ecc.?
- Quale governance è necessaria per affrontare questi temi comprensoriali e superare il frazionamento storico in otto comuni: Portoferraio con circa 12.000 residenti, i comuni dell’Elba orientale (Capoliveri, Porto Azzurro, Rio Marina e Rio nell’Elba) con circa 11.000 residenti e i comuni dell’Elba occidentale (Campo nell’Elba, Marciana e Marciana Marina) con circa 9.000 residenti.
La discussione è aperta e sembra un’occasione per superare l’isolamento autoreferenziale dei comuni dell’Elba tra di loro, e dell’Elba in generale. anche per migliorare il governo locale dei temi regolati dalla Regione Toscana e dallo Stato
Paolo Gasparri