In queste ultime settimane ritorna all’onore delle cronache il Centro Storico della nostra Portoferraio e gli annosi disagi che sta vivendo. Mi avvalgo della vecchia esperienza quarantennale vissuta e combattuta proprio nella piazzetta Civica, davanti al Comune, quella che era il fulcro del paese. Ricorderò particolari già citati più volte dal 1970 in poi, non pensando davvero che repetita iuvant, in questo caso. Erano quegli gli anni che vedevano il Paese brulicare di presenze, quotidianamente centinaia e centinaia di persone, era questo un Centro Servizi in piena regola, c’era tutto. Non farò ora il lungo elenco di quanto fu trasferito fuori le mura, in alcuni casi inevitabilmente, altri no. Nessuno si è mai posta la domanda di come compensare tale svilimento, pur protrattosi per tanti anni a seguito di una politica colpevole e cieca, ciò non ostante le proteste delle categorie. Solo per fare degli esempi si pensi a tutte le scuole, l’ospedale, il mercato ambulante, due cinema. Sarebbe utile continuare l’elenco perché i quarantenni di oggi non hanno vissuto quei tempi e non sanno che il Centro Storico non è sempre stato così povero. Oggi non vi si trova un barbiere, un giornale, è più facile indovinare ciò che non c’è che quello che vi si trova. E l’ufficio Postale? In via Manganaro, il servizio consegna raccomandate? in Albereto. Ricordo le assemblee dei vecchi partiti politici, erano capaci di smuovere persone dalle campagne. Oggi tutto questo è solo un sogno. Quindi, per quale strano motivo un Portoferraiese di Bagnaia, Magazzini, Biodola, Bivio Boni dovrebbe lasciare i propri lidi per scendere nel Centro Storico? Le due banche che ancora fortunatamente vi si trovano, hanno lasciato spazio ad altre più accessibili fuori le Mura. Insistono ancora poche storiche e qualificanti attività, ma ci sono da 40/60 anni, sono conosciute ed hanno clienti in tutta l’Elba, sono da considerarsi una piccola fortuna, finche ci saranno. Le altre no, pur armate di buona volontà, hanno difficoltà ad entrare nel mercato, la promozione costa e l’esperienza insegna che resistere è difficile, le probabilità di cessazioni sono elevate. Tante premesse per sottolineare, invece, che siamo noi portoferraiesi ad avere disertato, necessariamente, il Centro Storico. Non sono certamente i Musei, le Chiese e le Fortezze Medicee ad interessarci. Creare opportunità di richiamo per i tanti turisti estivi è giusto, ma è vitale ripopolare il Centro con noi portoferraiesi, perché otto o nove mesi di inattività sono lunghi. Ed anche vedere tanti negozi chiusi per abbandono, o per tutto il periodo invernale, è altrettanto dannoso e deprimente. Sarebbe opportuno riprogettare un ritorno di servizi in Centro Storico, quali? Non sta a me elencali, ma ce ne sono. Così da richiamare presenze e tentando di contenere anche i continui trasferimenti delle poche famiglie rimaste. Se questo è possibile, come io credo, con il passare del tempo, perché nessuno fa miracoli, vedremo riaprire qualche attività. Il Comune potrebbe concedere qualche temporale agevolazione, ad esempio sul suolo pubblico, sulla pubblicità od altro. Il paese riprenderebbe vita e anche il modus degli attuali commercianti cambierebbe: nuovi arredi, tende e colori concordati con il Comune, luci accese, sempre anche in inverno. Si porrebbe ancor più il problema della viabilità, dei parcheggi, ma questo è un altro aspetto, che richiederebbe idee e progetti mai affrontati, magari anche con un contributo di idee dei cittadini e degli operatori comunque interessati.
Sergio Bicecci