Continua lo scontro sul Contributo di sbarco, e continua nella crescente insofferenza della società elbana, ben rappresentata dalla nota emessa ieri dalla CNA (che ha "stroncato" l'operato degli amministratori isolani, trattandoli da irresponsabili). Continua, senza che però si intraveda una via di fuga dal vicolo cieco dei veti incrociati nel quale si sono cacciati i sindaci elbani.
Ed anche la ennesima riunione dei sindaci, svoltasi nel pomeriggio di venerdì 5 Marzo, nel palazzo in Biscotteria, è finita "a schifio", con un altro accapigliarsi degno di una lite tra comari (suggellata perfino da un gentile vaffanculo) senza che si sia deciso niente. Nulla di fatto e più divisioni di prima.
E così, dopo la proposta elaborata da tre comuni Portoferraio, Rio Marina e Campo (pesante politicamente, se non altro perché i tre enti oltre a comprendere nel loro territorio il 100% dei punti di sbarco, anoverano intorno a 2/3 della popolazione), si è registrato il secco diniego del Sindaco Barbetti, che dalla ripartizione caldeggiata dai "comuni da sbarco" avebbe visto decrescere di importanza il ruolo del suo comune. Barbetti affidava ad una missiva le sue ragioni, dichiarando la proposta inaccettabile sotto il profilo giuridico, e annunciando la sua non partecipazione alla riunione programmata.
A questo punto ad avanzare un'altra proposta di accordo (nella riunione dei comuni orbata dall'assenza di Capoliveri) erano i cosiddetti "quattro piccoli" (Marciana, Marciana Marina, Rio elba e Porto Azzurro).
Apparentemente l'ipotesi era quella di decidere di non decidere (nell'immediato) congelando lo status quo (anzi lo status ante questo immane casino istituzionale) fino al termine della stagione turistica, e solo allora produrre un nuovo definitivo accordo di applicazione e ripartizione del Contributo di Sbarco, a quel punto relativo al 2017
I "Quattro Piccoli" proponevano l'immediata ripresa della riscossione di una quota motivata dallo sbarco pari a 1,50 euro/passeggero (la stessa applicata fino alla sospensione) Secondo questa ipotesi le casse in cui i proventi dovevano essere raccolti continuavano ad essere quelle del Comune Capoliverese - capofila della gestione associata del turismo - che avrebbe potuto direttamente usarlo "solo per onorare gli impegni contrattuali presi fino a oggi". Nessuno spazio di conseguenza per nuovi impegni e relative liquidazioni di spesa.
Al netto poi di quanto già deciso di spendere, il residuo ricavato avrebbe dovuto dividersi in nove parti, delle quali due assegnate a Portoferraio e una ciascuno a tutti gli altri comuni.
Eventuali interventi di tutela ambientale (che il disposto di legge, più che optional indica però come primari), sarebbero stati portati a compimento dalle diverse amministrazioni comunali. La discussione sarebbe stata poi ripresa a settembre, dopo la ricezione dei diversi pareri che il Sindaco di Capoliveri aveva richiesto a superiori diversi soggetti istituzionale"
Una proposta che gli interlocutori (Portoferraio, Campo e Rio Marina) hanno evidentemente giudicato troppo "barbettiana" a Barbetti (forse strategicamente) assente. E il no era motivato dalla (valutata) poca aderenza al disposto della legge, e dal fatto che la sua attuazione avrebbe comportato l'obbligatoria approvazione del regolamento elaborato da Capoliveri con annessa destinazione degli introiti alla promozione turistica.
Dopo è stata solo bagarre. Intanto nessun prelievo viene effettuato e non si capisce chi, come, quando, si riuniranno, e perché (leggasi per approvare cosa). A rifletterci citando il titolo di un noto film: "Non ci resta che piangere".
sergio rossi