Cari Lettori
Il titolo, non originale, di questo pezzo è tratto da una poesia di Bertold Brecht, e ci pare la giusta introduzione per tre brevi interventi di persone che, in questo marasma, in questo volare di stracci innescato dalla discussione sulla tassa di sbarco, richiamano all'uso della buona volontà e del buon senso.
Non è casuale che tutti e tre gli interventi si faccia riferimento diretto o indiretto al treno dei treni perso - in perfetta imbecillità (perché a democratica maggioranza si possono decretare le più stupide soluzioni) - dalla cittadinanza elbana: il Comune Unico.
"Il morto e nella bara" recita un crudo adagio che stigmatizza una situaziane incontestabilmente grave. Il morto è nella bara: gli amministratori elbani nella loro somma sono degli incapaci, le forze (si fa per dire) politiche elbane vecchie e nuove sono dei clubbini autoreferenziali e ininfluenti, otto comuni non sono un valore, ma un lusso idiota che non possiamo più permetterci. Punto.
La situazione, tanto per continuare a citare è tragica, ma non seria.
E' tempo di dare la parola a gente diversa e soprattutto a chi ha una concezione del mondo e dell'Elba diverse.
Il tempo delle esibizioniste e sparpagliate "prime donne" è terminato, abbiamo disogno di umile unità: all'epoca dei furbi deve fare seguito l'epoca delle intelligenze, o lo sfascio culturale, morale, economico, sarà totale ed incontrovertibile.
s.r.
CONTRIBUTO DI SBARCO ED IDENTITA' ELBANA
Cari Sindaci, ero e resto convinto che la strada dell'Elba sia il Comune Unico articolato in Municipalità. Ma Comune Unico, tre Comuni, Unione dei Comuni che sia, porteranno pochi benefici se non riusciamo ad acquisire e praticare quel prezioso valore culturale ed economico che è l' IDENTITA' ELBANA. Un crogiuolo di diversità storiche , sociali ed economiche stratificate nei secoli che sono un valore aggiunto insostituibile, alle tante bellezze che la natura ha regalato all'Isola, nella misura in cui sappiamo superare vecchi campanilismi e giovani egoismi. Voi siete i primi magistrati dell' Elba, a Voi spetta l' onore e l'onere di coltivare e fare crescere l' identità elbana, così da tentare di risolvere grandi problemi comprensoriali e, non meno importanti, piccoli problemi territoriali delle singole comunità . Da quello sanitario, ai collegamenti, al decoro urbano ed extraurbano...In una parola alla qualità della vita di chi vive e lavora all' Elba e di chi , con la sua presenza viene nell'Isola per trascorrere periodi di svago e di riposo, e contribuire così, in modo marcatoall ' economia dell' Elba. In tutto questo è evidente che le risorse legate al contributo di sbarco ,e le loro destinazioni come previste dalla legge, hanno un ruolo non secondario. Al riguardo Vi prego di una sola cosa. Tornate a riunirVi quanto prima, mediate i diversi punti di vista e giungete ad un compromesso ragionevole... nel superiore interesse di quella IDENTITA' ELBANA senza la quale non andiamo da nessuna parte. Buon lavoro!
Beppe Tanelli
ANCORA, PURTROPPO, SUL CONTRIBUTO DI SBARCO…
Una cosa, almeno, è certa : lo scontro in atto sulla della gestione del “contributo di sbarco” dimostra l’assenza di un qualsivoglia progetto di interesse generale che guidi i Sindaci nel processo decisionale e l’intenzione di cavalcare il caos totale che stanno irresponsabilmente creando.
In questo modo, tutto sembra ridursi, e probabilmente lo è, a questo punto, ad una lotta di spartizione basata sui personalismi, neanche sui campanilismi.
Le posizioni dei più sembrano evidenziare una sorta di pruriginosa allergia a ragionamenti in termini comprensoriali e rivolti all’efficacia delle decisioni, degli investimenti e delle azioni, nell’interesse delle categorie e dei cittadini.
Nel merito, dovrebbe essere scontato rendersi conto che una promozione efficace può essere solo quella che si fonda non su azioni immateriali (sito web o filmati o la partecipazione a fiere in sé) ma, essenzialmente sulla percezione, da parte dei cittadini e dei turisti sulla disponibilità di servizi reali usufruibili sul territorio: ragionano così tutti i maggiori operatori turistici che propongono alla propria clientela mete classificate sulla base di specifici “rating” multifunzionali, e, da sempre, i turisti stessi con il loro semplice “passa parola”.
Troppo facile capire, quindi, che si dovrebbero largamente privilegiare gli interventi di tipo comprensoriale, quali la salvaguardia dell’ambiente, il miglioramento del livello dei servizi sensibili (sanità territoriale, mobilità multimodale, infrastrutture, accoglienza), la costruzione di una riconoscibile “personalità” turistica.
Esclusivamente su questi temi si sarebbe dovuto giocare il confronto, od anche lo scontro, con decisioni rapide.
Ma così non è stato, non è e molto probabilmente non sarà per chissà quanto tempo ancora: evidentemente, sotto, c’è altro.
In questo scenario, rischiano di apparire stonate ed inefficaci anche le proposte di Lambardi, e. a mio avviso, anche il PD elbano pare aver perso l’occasione per tirarsi fuori , anche con gesti clamorosi, da quel triste coro e dalle logiche spartitorie che lo contraddistinguono, per apparire, per le Categorie e per i cittadini, un riferimento di buon senso, di responsabilità e di fattiva progettualità.
Senza istituzioni di tavoli separati per la gestione della tassa di sbarco, che suonerebbe come una ulteriore frammentazione di tavoli decisionali, già fin troppo numerosi (Conferenze, Comitati, Coordinamenti, Gestioni): verrebbe quasi da sorridere al pensiero di quanti “cappelli” dovrebbero cambiare sempre gli stessi 8 personaggi , e su quante poltrone dovrebbero saltarellare, per discutere sempre dei presunti interessi elbani !
Paolo Di Pirro
CONTRIBUTO DI SBARCO, BAGARRE ISTITUZIONALE E PARTITI
Di seguito a quanto emerso nell’attuale bagarre istituzionale per il contributo di sbarco, che ha fatto riemergere tutte le contraddizioni di un’isola di 30 000 abitanti con otto comuni, mi sembra doveroso sottolineare che non si è visto né sentito alcun intervento da parte di un partito politico né elbano, né provinciale, né regionale, né nazionale, visto il ruolo che comunque riveste sia "l’affaire" che l’Elba.
Sarà forse anche questa una causa di questo caos istituzionale, pur con tutte le riserve di cui i partiti godono in questo momento?
Per essere precisi però una voce si è levata, quella di Pino Coluccia, uno dei pochi "politici targati" rimasti sulla piazza, che, a titolo personale, ha accolto con entusiasmo i risultati della consultazione sulla semplificazione istituzionale che, nonostante tutto, bocciava sia la soluzione del Comune Unico, che quella più recente dei 3 Comuni di Versante.
E’ vero che Coluccia è sempre stato per il no al Referendum, ma pensavo che gli ultimi avvenimenti, anche quelli in casa sua e le sue considerazioni delle cause di questa "politica miope condizionata da interessi particolari o di semplice potere locale", lo avessero indotto a ripensare alla "realtà politica elbana che la rende incapace di produrre decisioni utili per l’Elba".
Il nostro però la colpa la trasferisce al centro destra elbano ed in particolare a Forza Italia che alimenta "logiche separatiste e municipaliste".
Ma il PD elbano che ha fatto, dopo la sconfitta del Referendum alimentata anche da alcuni personaggi interni allo stesso PD? Una volta c’era la "linea" che si tracciava con “l’Unità”, ora, almeno sulle fusioni dei piccoli comuni, ci sarebbe lo stesso una linea ben tracciata, almeno a livello di Comitato regionale del PD, "ma chi pon mano ad essa"?
E allora era meglio quando c’erano partiti ben strutturati con forti legami con gli iscritti che concorrevano a formare le scelte ma poi tutti erano tenuti a seguirle o è meglio ora che, come dice Ferrari, non avere una tessera non è una colpa?
Meno male che almeno il Serini c’è, con la CNA!
Gabriele Orsini