Mi ha provocato un profondo disgusto leggere le lodi false, inopportune e quanto mai inappropriate che il consulente del sindaco di Rio nell’Elba ha rivolto a mio padre. Non solo perché sono l’estremo e quanto mai squallido tentativo di screditare Catalina Schezzini e la sua amministrazione, in modo particolarmente costante, becero e grossolano anche rispetto a tutte le altre amministrazioni di sinistra che si sono succedute alla guida del paese. Sia perché continua a pensare di parlare con una massa di capre cambiando disinvoltamente registro come ha chiaramente barattato il suo tanto sbandierato credo politico per un po’ di visibilità. Non penso che sia credibile uno che parla di Franchini e della sua amministrazione come di gente che per un piatto di lenticchie si è svenduta Rio (parole testuali da Rio blog del consulente), gente che richiedeva consulenze che poi non pagava, gente che “faceva” i prezzi (ovviamente al ribasso) dei terreni che il comune doveva espropriare, turlupinando quindi il prossimo e poi successivamente smentirsi e dire che è stato un amministratore corretto, leale e via dicendo.
Non si può parlare di quarant’anni di malaffare, sistema mafioso, cricca, casta e poi dire l’esatto contrario a meno che non si soffra di amnesia o di un qualche serio problema e non mi pare proprio questo il caso. Molto più semplicemente per portare acqua al suo mulino il nostro consulente usa vivi e morti a suo piacimento, distorcendo fatti, accadimenti, ricordi, danneggiando l’immagine di persone per bene, chiamando in causa tutto e tutti indistintamente e facendo processi sommari come nella migliore tradizione fascista. Del resto è una sua affermazione di poche ore fare che preferisce lo sputtanamento al normale iter che la legge deve seguire.
Tutto ciò a chi giova? Giova ad un sindaco che non ha capacità di governare, che si è improvvisato alla politica e ad amministrare e giova a chi è mosso solo da rancori personali.
Vorrei poi precisare che i parenti di Franco Franchini come ci definisce il consulente ovvero io e mia madre non possiamo ovviamente avere da ridire se un esperto di imballaggi fa una consulenza inerente alla propria professione nel comune con cui ha un contenzioso. Ma ho ovviamente da ridire e come me molte altre persone se la stessa persona a distanza di venti o trent’anni con quel contenzioso ancora aperto entra in comune, non legittimato dal voto, non come professionista, non come impiegato ma come consulente il cui ruolo non è mai stato precisato. Ho da ridire se lo stesso consulente sta in comune solo per sputtanare questo o quello, ho da ridire se dal blog di sua proprietà spara a zero denigrando tutti offendendo tutti. Ho da ridire se una persona non legittimata dal voto ne da un incarico professionale mette le mani negli atti di chi ha amministrato e di chi amministra. Ho da ridire se il consulente ha informazioni che i normali cittadini non hanno in virtù di una non meglio precisata investitura. Ho da ridire se lo stesso consulente afferma che lui deve rispondere solo al sindaco. Chi sta in comune risponde ai cittadini, tutti i cittadini. Non può permettersi in nessun caso di offenderli o metterli a tacere. Chi sta in comune non può permettersi di criticare il lavoro degli impiegati su facebook o sul blog perché se fa questo deve tornare da dove è venuto. Allo stesso modo il sindaco è un maestro di grandi capovolgimenti, ricordo infatti che in campagna elettorale per esempio ripeteva a gran voce che il museo Franchini avrebbe potuto rappresentare un volano per la crescita culturale di Rio nell’Elba salvo poi liquidarlo con disprezzo definendolo un flop sia per le poche visite che per l’esiguo (a suo giudizio) numero di opere presenti. Peccato che il museo non è mai stato aperto perché mai è stato trovato o cercato chi potesse svolgere il ruolo di custode, è stato addirittura lasciato all’incuria e alla sporcizia.
Il clima di feroce caccia alle streghe imposto in un paese di mille abitanti, di sospetto, di cattiveria e la totale assenza di iniziative, la mancanza assoluta di capacità di amministrare dovrebbero seriamente portare il signor sindaco a riflettere sul restare in carica. A volte è meglio ammettere i propri limiti e lasciare gli incarichi che continuare a collezionare figuracce compresa quella di farsi rappresentare da questo personaggio.
Franca Franchini