Dopo la “bufera” dell’ultima riunione della Conferenza dei Sindaci della gestione associata per il turismo, sembra che i nostri primi cittadini non abbiano ancora deciso di rivedersi. Speriamo che dietro le quinte, nel frattempo, ci sia un lavoro “diplomatico” portato pazientemente avanti da qualche mente un po’ meno surriscaldata. Dal primo di marzo il Comune di Capoliveri ha deciso di sospendere la riscossione della vecchia tassa che non viene più applicata, quindi, dalle Compagnie di navigazione, non ostante l’intimazione del Sindaco di Portoferraio. Intimazione che non può essere rispettata per il semplice fatto che, in base alla convenzione per la gestione associata del turismo, sottoscritta da tutti i Sindaci, i poteri di accertamento e riscossione della tassa di sbarco sono stati delegati al Comune di Capoliveri. Legga il Sindaco Ferrari l’art.3/bis della convenzione e non l’art.3. E dunque Capoliveri può legittimamente sospendere la riscossione di una tassa, sulla cui permanenza in vita, peraltro, con la nascita del contributo di sbarco dal 2 febbraio scorso, gravano seri dubbi. Si può comunque anche non condividere la scelta della Amministrazione comunale capoliverese. Ma sul banco degli imputati per i mancati introiti dobbiamo mettere solo l’incapacità dei nostri Amministratori di trovare una intesa sulla regolamentazione del contributo di sbarco. La legge che lo prevede è stata approvata in via definitiva dal Parlamento il 22 dicembre 2015 e il 2 febbraio di questo anno è entrata in vigore. Dunque avevano avuto, in abbondanza, il tempo per decidere. Ma quel tempo lo hanno consumato solo in becere e inconcludenti riunioni, che hanno avuto avvilenti repliche anche per tutto il mese di febbraio e fino ai primi di marzo.
Più il tempo passa, più cresce, giorno dopo giorno, il danno economico, che colpisce non questo o quel Comune, ma tutta l’isola. Il rischio è che quest’anno non si faccia uno straccio di promozione turistica; che i Comuni perdano risorse finanziarie utili per migliorare la loro immagine con interventi sul loro territorio o che abbiano una valenza intercomunale. Anche perché deve essere chiaro che, almeno per il 2016, non c’è alternativa al contributo di sbarco. In altre parole se qualche Amministrazione pensa di poter istituire, in sua vece, l’imposta di soggiorno sbaglia di grosso. Basta leggere con attenzione la legge di stabilità per il 2016 e il parere che la Corte dei Conti della Regione Abruzzo ha espresso lo scorso febbraio, con il quale ha chiarito che il blocco della pressione fiscale imposto dal legislatore con la legge di stabilità,è “applicabile a tutte le forme di variazione in aumento dei tributi a livello locale, sia che le stesse si configurino come incremento delle aliquote di tributi già esistenti nel 2015 sia che consistano nella istituzione di nuove fonti impositive”.
La legge di stabilità e il parere della Corte dei Conti, risolvono anche la questione dell’ipotizzato aumento del contributo di sbarco da € 1,50 a € 2,50 o addirittura a € 3,50. Per quest’anno dobbiamo mantenere la tariffa ad 1 euro e 50 centesimi. Anche con un 1 euro e cinquanta si può già preventivare che, nel solo mese di marzo, andranno persi quasi 30 mila euro.
Da una lettura delle ultime proposte presentate dai Comuni di Portoferraio, Rio marina e Campo nell’Elba e dal Sindaco Barbetti mi sembra di poter dire che non ci sia molta differenza nei criteri di ripartizione e destinazione del gettito del contributo. Si tratta di limare qualche percentuale e niente più. Portoferraio ottiene il riconoscimento di un indennizzo per il traffico in arrivo ed in partenza dall’Elba (indennizzo che dovrebbe essere riconosciuto anche a Rio marina) e l’accettazione della proposta, da tempo fatta, di destinare parte del contributo ad interventi di riqualificazione ambientale che comprendano più Comuni.
Lo scoglio maggiore sembra essere il riconoscimento di un “peso” diverso da attribuire al voto di ciascuna Amministrazione all’interno della Conferenza dei Sindaci. Ma allorquando le innovazioni che vengono richieste da un Comune non ricevono il consenso della maggioranza degli altri membri della Conferenza, si abbia “l’umiltà” politica di accettare quel principio che è alla base di ogni sistema democratico, per il quale la volontà di un organo collegiale ( come è, nel nostro caso, la Conferenza dei Sindaci),si forma con il voto unanime, ma anche con la maggioranza dei voti dei suoi componenti. E chi rimane in minoranza, rispetti la volontà della maggioranza. Non si insista nel muro contro muro, anche perché il contributo di sbarco può essere istituito se viene accettato e regolamentato da tutti i Comuni “ che hanno sede giuridica nelle isole minori” e non solo da quelli che sono dotati di infrastrutture portuali o aeroportuali.
So che l’umiltà è una virtù abbastanza rara in politica. Ma, cari Sindaci, per questa volta, praticatela.
Giovanni Fratini