In Toscana la discussione sulla unificazione dei comuni è ripresa non senza polemiche contro il rischio che si intenda procedere per forza e non per..amore. Marras ed altri hanno appunto raccomandato di procedere sulla base del consenso senza forzature in percorsi sempre delicati tanto più che i comuni sono oggi le istituzioni con maggiore credibilità rispetto a tutte le altre. L’abrogazione delle province -anche se tanti continuano a far finta di niente- non ha certo favorito un sempre più chiaro e incisivo ruolo della intercomunalità perché ha favorito e stimolato un ruolo di accentramento amministrativo piuttosto che un ruolo legislativo e programmatorio delle regioni. Gli esempi al riguardo non mancano neppure -anzi sono particolarmente evidenti- in Toscana. Il tutto reso più evidente dal nuovo Titolo V che ha seriamente penalizzato le regioni e il loro ruolo considerato da Renzi come dalla Boschi giustamente ridimensionato per la pessima prova data con il vecchio titolo V. Ed è strano che neppure vicende come quelle delle trivelle e non solo non abbiano finora indotto le regioni –referendum a parte- e la Conferenza Sato-Regioni in vista del referendum d’autunno a dire se considerano il testo del senato immodificabile. Lo chiedo anche ad Enrico Rossi e non già per la sua candidatura alla segreteria del Pd ma per quell’intervista in cui annunciò che avrebbe voluto rilanciare il ruolo della regione e delle regioni sul piano nazionale. Davvero pensa anche lui che il rimedio all’eccesso di conflittualità costituzionale e istituzionale tra stato e regioni stia nell’aver ripristinato una supremazia statale che prevede anche l’intervento senza preavviso nelle competenze esclusive regionali senza peraltro che nulla sia stato cambiato nei confronti delle regioni a statuto speciale?
Ci si risparmi al riguardo l’ennesimo richiamo al ruolo toscano costiero e non con proiezione internazionale, alla Toscana delle due velocità e via chiaccherando. Perché tanto per cominciare qualcuno non ci dice che fine hanno fatto anche le buone leggi approvate a fine legislatura. Se poi in molti non voteranno si con chi dovremo prendercela?
Renzo Moschini