Si torna a parlare di fusione di comuni e l'occasione è l'incontro, organizzato da Il Tirreno con la collaborazione della Fondazione Isola d'Elba, che ha avuto luogo ieri, 11 aprile, presso la sala congressi del centro culturale De Lauger.
In questo momento diviene necessario riaprire la discussione perchè come spiega l'On. Fanucci (PD), primo firmatario del disegno di legge 3420, la fusione dei Comuni sotto i 5mila abitanti avverrà, sia che parta dal basso sia che venga imposta dal Governo.
Per i comuni che sceglieranno, nel breve termine, la strada della fusione ci saranno degli incentivi sostanziosi per 10 anni, superiori al 40% rispetto ai contributi che i comuni già ricevono dallo Stato, si parla invece di tagli consistenti per le piccole realtà che non riusciranno ad auto-organizzarsi.
Anche Gianni Anselmi propone incentivi regionali fino a 250 mila euro l'anno per 5 anni, nonchè il suo appoggio e sostegno, ai comuni che decideranno di fondersi spontaneamente. "Non si parla delle identità locali -dice- che non potranno mai essere cancellate, si deve solo lavorare verso una semplificazione amministrativa e burocratica".
Una legge che lascia poco spazio alle decisioni e che non tiene conto della specificità delle realtà insulari, come si vede per il Giglio o per Capraia, che difficilmente potranno essere accorpate con un comune con una realtà uguale e condivisa, dice Giannina Usai, presidente di ANCIM. Per l'Elba forse la situazione è più facile visto la possibilità di unire i comuni dell'isola, che possono dimostrano di avere le stesse necessità.
Con un'idea chiara e definita gli imprenditori come Mantovani (Presidente della Fondazione e AD di Locman) e De Ferarri (AAE), così come Serini,
Vice Presidente CNA, che vedono e pensano l'Elba come un concetto unitario da pubblicizzare e sostenere per migliorare l'offerta turistica, un brand forte che già funziona. Quindi pensare l'Elba come Comune Unico è l'unica possibilità per avere voce in capitolo, per farsi sentire.
Umberto Paoletti, Direttore Confindustria Livorno, sottolinea l'importanza della fusione "volontaria" così da partecipare al cambiamento per evitare di subire un'aggragazione obbligata.
Guido Fiorini, de Il Tirreno, moderatore del convegno, passa poi la palla ai Sindaci elbani che si sono mostrati aperti alla fusione più di quanto ci si sarebbe aspettati, inizia Lambardi, che insieme ai Sindaci dell'Elba ovest, già ha iniziato a pensare alla fusione. Il Sindaco campese si è dichiarato assolutamente favorevole all'unione, almeno, dei comuni di Campo nell'Elba, Marciana e Marciana Marina.
La parola passa poi a Barbetti, che già ai tempi del referendum si era dichiarato favorevole al Comune Unico dell'Elba, e lo sarebbe - afferma - ancora, ma non può ignorare la volontà popolare che si espresse chiaramente verso il NO in quella consultazione, si dichiara comunque ancora sostenitore di una semplificazione.
Lo stesso vale per gli altri Sindaci presenti (assenti Anna Bulgaresi e Claudio De Santi) Galli, Simoni e Ferrari si dichiarano possibilisti alla fusione con la necessità, però pregressa, di poter risorvere delle criticità, come la ridistribuzione delle risorse e la capacità di programmazione delle scelte urbanistiche, che si dimostrano molto complesse visto la frammentazione radicata nel territorio, solo per gradi si potrà raggiungere una semplificazione che sia favorevole per tutte le realtà coinvolte.
Un po' più polemico il Sindaco Ciumei, che - come in precedenza indicato - lavora all'idea della semplificazione amministrativa per il Comune del versante ovest, che vede però nella 3420 una legge che non lascia la possilità di scegliere, e giudica quelli che l'On. PD Fanucci chiama incentivi delle "mancette" per comprare gli amministratori.
Un profluvio di parole insomma al quale si attende seguano azioni concrete, fatti. Dopo enunciazioni solenni sul poco, e "aggiustamenti" che lasciano però un panorama estremamente variegato, resta da vedere cosa sceglieranno veramente gli amministratori per il futuro dei cittadini elbani.