Era un bel po’ che nella Portoferraio un po’ “pigra” non si sentiva cantare con sentita partecipazione Bella Ciao e l’Inno di Mameli, così come è accaduto questa mattina davanti alla lapide di Ilario Zambelli, Medaglia d’oro della Resistenza, dove un nutrito gruppo spontaneo di cittadini si è raccolto, per celebrare in democratica autonomia un 25 Aprile autogestito.
Una commemorazione tenutatasi nonostante la negazionista arroganza degli amministratori, che avevano ben pensato di cancellare la cerimonia, salvo poi organizzare, nella sorpresa di rari cittadini casualmente nei paraggi, all’ultimo tuffo, di buon mattino, una pressoché risibile cripto-contro-celebrazione non annunciata, alla presenza di assessori 3, consiglieri di maggioranza 4 e prete 1, con deposizione di corona di alloro al monumento dei caduti di Piazza della Repubblica, che un vindice vento ha ben pensato di abbattere quasi subito.
Un ripensamento che faceva il paio con quello relativo alla composizione della delegazione in trasferta a Campo non già limitata al vessillifero Capo-Guardia, ma rimpolpata dal Sindaco Ferrari medesimo, la cui presenza non era prevista dal protocollo, ma che ha fatto di tutto per apparire nelle foto-ricordo insieme all’ospite sindaco campese.
Tornando a cose e persone più serie, davanti alla lapide ceramica eseguita dal Maestro Italo Bolano nel 1975 (sotto la quale era stata deposto un modesto mazzo di fiori), tutto si è svolto nella massima semplicità, ed ai succitati cori, introdotti dalle note di una delegazione “volontaria” della Banda Cittadina diretta dal Maestro Bacigalupi, non è seguito alcun discorso commemorativo , la presenza alla celebrazione della festa della Liberazione di tante persone delle più disparate idee, ma senza una bandiera che non fosse quella della Pace, ha eloquentemente parlato,
“E poi – qualcuno ha fatto notare – meglio il silenzio, dell’allocuzione militaresca di un sindaco (Ferrari NDR) che nella precedente occasione è riuscito a parlare del 25 aprile senza pronunciare mai la parola “partigiani” e la parola “Resistenza!” “
Ed un’ultima nota a chiusura di questo capitolo inglorioso scritto da una compagine di governo che, come afferma, Maurizio Serini (figlio di un ex-deportato) dopo questa clamorosa dimostrazione di non essere all’altezza dei suoi compiti, dovrenne andarsene a casa: tra gli ospiti del giardinetto campeggiato dalla scritta che agli ospiti augura il benvenuto, c’e n’era una particolare: Lucia Recupero la nipote di Ilario Zambelli (ritratta nella foto a piè di pagina con Jessica Muti) un isolano ucciso nel più barbaro dei modi dai Nazi-fascisti, caduto per degli ideali, per costruire quell’Italia nuova, per consentire perfino ad una pessima giunta di ottenere voti e governare. Perché come affermava Pertini la peggiore (nel caso ferajese anche la più ingrata) delle democrazie è migliore della migliore delle dittature.