Il Circolo culturale Sandro Pertini ha aderito all'iniziativa di un gruppo di persone che ha rimediato alla non celebrazione del 25 aprile, decisa dal Comune, realizzando un ricordo della liberazione nella zona del benvenuto agli ospiti, a Portoferraio, nei pressi del cippo dedicato al martire Ilario Zambelli.
Come è stato possibile non celebrare ufficialmente anniversario della liberazione a Portoferraio? Nessuna amministrazione aveva mai assunto una tale decisione e per forza di cose ciò ha creato malumore e proteste. Una festa delle libertà voluta da De Gasperi, una festa nazionale, negata, cadendo forse in un revisionismo. La nostra città ha ricevuto nel 1962 una medaglia di bronzo al valore civile per gli episodi di Resistenza e per il duro bombardamento subito nel 1943 dai nazisti che occuparono l'Elba. Numerosi coloro che hanno sostenuto, a partire dal compianto preside Aulo Gasparri, che Portoferraio avrebbe meritato addirittura una medaglia d'oro. L'Elba contò centinaia di morti per quel bombardamento e il comandante del porto Giuseppe Massimo fu perseguitato, deportato e ucciso in un lager, deportazioni vissute da altri elbani e altri italiani. L'Italia subì, oltre gli orrori della guerra, anche gli orrori della guerra civile in seno al suo popolo.
Dopo oltre 70 anni abbiamo una crescente coscienza del nostro bisogno di pace e unità, espresso attraverso l'esaltazione delle libertà, dell'impegno delle cooperazioni, dalla lotta per dare giustizia a tutti impedendo le disparità che purtroppo ancora esistono in Italia e nel mondo.
Il presidente della repubblica Mattarella ha di recente affermato: "Ricordare e celebrare la liberazione dal nazifascismo non deve limitarsi a far volgere il nostro sguardo e i nostri pensieri a un periodo tragico del nostro passato, deve piuttosto richiamarci ai valori di quanti ne furono protagonisti e artefici, alla loro energia, alla loro volontà e al loro coraggio che in quei giorni di barbarie permisero alla nostra nazione di risollevarsi. Così è stato con l'Italia democratica nei settant'anni di vita repubblicana, così deve continuare ad essere nel presente e nel futuro del nostro Paese”.
Il circolo Sandro Pertini porta il nome di un personaggio che ha dedicato la vita alla conquista della libertà, attraverso la Resistenza, opponendosi a viso aperto al fascismo, subendo oltre 16 anni di privazione della libertà dall'apparato fascista. Fu detenuto politico anche a Pianosa e a Portoferraio negli anni Trenta. Come lui hanno fatto centinaia di altre persone, donne e uomini a cui si deve la conquista della democrazia e della Costituzione repubblicana. E tant ci hanno rimesso la vita, vili e militari. Non ricordarle ciò ufficialmente oggi è impossibile. Occorre inv ece impegnarsi per far rivivere i valori positivi espressi da tale conquista della democrazia. C'è da ritrovare la massima coesione tra gli italiani, per confermare una vita fatta di libertà e progresso, evitando il rischio del ritorno a forme dittatoriali, che purtroppo, ancora esistono nel mondo con regimi di sinistra e di destra. Lo dobbiamo ai nostri padri, a noi stessi e ai nostri figli.
Circolo culturale Sandro Pertini