Stando almeno a l’Unità il voto del 5 e quello del 19 prossimo non hanno cambiato e non cambieranno una virgola sul referendum di ottobre. Gufi, Pinocchi, teppisti per volgarità restano nei fari perché –come avverte Delrio- anche la minoranza del Pd deve sapere che per sostenere il No non ci sono spazi. Eppure proprio Delrio più e meglio di altri dovrebbe sapere che specie dopo l’abrogazione delle Province per il riassetto degli enti locali e del loro rapporto con le regioni di problemi aperti ce ne sono più d’uno. Lui non la pensa così naturalmente perché il 3 giugno in una intervista a Repubblica ha detto che ‘le autonomie sono state valorizzate come prevede l’art 5 della Costituzione’. Non ha detto però come stanno le cose tra regioni e comuni dopo la sparizione delle province il cui posto dovrebbe essere preso dall’area vasta che nessuno sa cosa dovrebbe essere. Eppure come ho già avuto modo di ricordare la Camera dei Deputati il 29 aprile ha pubblicato la seconda edizione di un volume di oltre 300 pagine del Servizio studi; Enti locali: ordinamento e funzioni da cui emerge con chiarezza quanti e delicati siano ancora i problemi di questo comparto.
Comparto –bene ricordalo- che riguarda il nuovo Titolo V che appagherà alla grande lo Stato ma non altrettanto regioni ed enti locali. Chi ha dubbi e riserve è un gufo, un pinocchio a cui non resta che prendere atto che quella –gli piaccia o no- è la minestra che passa il convento e che di correzioni manco se ne parla? Ho visto che in Toscana dove problemi ai riguardo ce ne sono parecchi i comuni che hanno appena votato sono invitati a raccordarsi a sostegno del sì contro il no. Qualcuno si è sorpreso che non tutti abbiano raccolto entusiasti l’invito che non consente di confrontarsi liberamente prima di decidere il voto. Non c’è spazio neppure per discutere? Se poi chi vota fa come preferisce e se ne infischia degli altolà con chi ce la prederemo con il destino cinico e baro?
Renzo Moschini