Voglio rispondere a Guido Retali che nel suo articolo a proposito dei migranti, propone addirittura un referendum per esprimere la contrarietà della maggioranza degli Italiani alle politiche migratorie del Governo. Retali ha la granitica sicurezza che i suoi concittadini si pronuncino a favore di un respingimento indiscriminato di tutti quei migranti che per ragioni economiche, rischiando anche la propria vita, si mettono in viaggio verso Paesi dove sperano di trovare un futuro migliore; per rischiare la propria vita significa sicuramente che vivono in condizioni talmente estreme da giustificare un simile tentativo.
Mi chiedo se questa granitica sicurezza abbia un fondamento o sia dettata solo da risentimenti personali. Respingendoli in maniera indiscriminata li condanneremo con certezza ad una lenta agonia. Sicuramente una politica migratoria assennata deve prevedere oltre che risorse immediate per ospitare temporaneamente anche i migranti economici in attesa di una doverosa integrazione sociale ed economica, anche ingenti risorse sia nazionali che europee per aiutare tutti i Paesi in gravi difficoltà economiche a intraprendere una via di maggiore sviluppo economico. E’ quello che sta tentando di fare il nostro Governo. L’Africa, da dove provengono la maggior parte dei migranti sia economici, sia coloro che fuggono da guerre e persecuzioni, è un grande bacino economico su cui bisogna puntare per intraprendere politiche di sviluppo a livello globale attente a coniugare crescita, indubbiamente diversa da quella per così dire tradizionale, e sostenibilità planetaria, naturalmente evitando qualsiasi forma di sfruttamento che tolga ricchezza a quei Paesi piuttosto che darla. Tutto questo richiede, però, tempi lunghi non certo soluzioni immediate come pretende Retali. Intanto non dobbiamo dimenticare due cose che evidentemente Retali dimentica. Gli stessi Italiani negli ultimi anni dell’ ‘800 e i primi del ‘900 sono stati migranti economici in diversi Paesi sia europei che americani il più delle volte purtroppo trattati in maniera discriminatoria prima di potersi integrare. I così detti migranti economici, da qualsiasi Pese provengano, sono persone come noi con le loro storie personali e familiari spesso tristissime che hanno solo bisogno di solidarietà e di un abbraccio fraterno.
Su una questione sono d’accordo con Retali: è necessario trovare risorse aggiuntive quegli Italiani che non ce la fanno e che vivono ai limiti della condizione di povertà, sono 18 milioni e soprattutto per i 4 milioni che sono in condizione di povertà assoluta, nonché promuovere investimenti pubblici per aumentare l’occupazione e per sostenere le aziende che si rinnovano ed assumono giovani disoccupati. Una cosa è certa chi ha di più e chi è stato più fortunato per meriti propri o dei suoi predecessori, dovrà avere il compito, anche gravoso, di contribuire più degli altri a conferire le risorse necessarie a tale scopo.
Michele Rampini