Qualcuno oggi commentava che il suo mezzo miracolo Lambardi lo aveva già compiuto tenendo per tre anni insieme a governare dei soggetti che insieme non avrebbero preso neppure un caffé, e che in fondo dell'ultima rottura con il conseguente dissolvimento della maggioranza non c'era poi da stupirsi più di tanto.
Nell'ordine naturale delle cose anchee la delusione del Primo Cittadino campese e che emerge in una puntuale intervista di Luca Lunedì che appare oggi su Quinews (http://www.quinewselba.it) nella quale esordisce parlando dei suoi assessori dimissionari con accenti accusatorì: ""Ho scoperto delle loro dimissioni per puro caso - commenta - nessun confronto, nessuna telefonata o comunicazione. E' stata una vera imboscata e, sotto il profilo personale, un atto molto basso"
Lambardi non dice esplicitamente che si presenterà a sua volta dimissionario, anche se ha chiaro che in pratica la partita è persa anche nell'unico dei comuni dell'Elba a guida P.D., ma fa una considerazione sulla seduta consiliare fissata per il 21 Luglio che potrebbe essere anche l'atto finale della sua legislatura e dichiara nella stessa intervista: "Il 21 c'è il consiglio comunale e all'ordine del giorno c'è da tempo un atto fondamentale per il futuro non solo di Campo ma di tutta l'Elba: la variante per l'allungamento della pista dell'aeroporto. Io ho preso un impegno con i miei cittadini e così hanno fatto i due assessori, mi aspetto che tengano fede almeno ai loro elettori votando con noi".
Deluso certamente ma non rassegnato Lambardi torna a stigmatizzare chi ha abbandonato la maggioranza notando l'asimmetria della correttezza di comportamenti, ed affermando di aver per parte sua difeso l'operato della giunta nella sua interezza e quindi anche a quello dei dissenzienti dell'ultima ora, applicando criteri di un rispetto che, al contrario gli stessi che hnno abbandonato la nave non gli hanno affatto riservato.
E il sindaco chiarisce che intende continuare in futuro a portare avanti una battaglia perché si continuino a perseguire obbiettivi per i quali ha lavorato, lo farà da consigliere comunale o da cittadino, comunque non mollerà la presa.
L'analisi finale sul perché di questa crisi è netta (quanto avvilente): non è stata una battaglia politica, uno scontro tra partiti a determinarla, a silurare l'esperienza campese è stato un infernale mix: "il personalismo - dice Lambardi - che ancora regna incontrastato in questa società", unito alla mancanza sia della necessaria dose di umiltà che serve per amministrare, che del rispetto delle persone".
L.G.