Dopo la brutta figura che i sostenitori del no al Comune Unico hanno fatto allo speciale di Tele Elba, non presentandosi al dibattito e lasciando ai due imbarazzati giornalisti presenti il compito di accennare ai motivi che inducono i cittadini ad avanzare dubbi, domande e incertezze sul progetto della fusione degli otto comuni in un unico ente , sono cominciate ad arrivare le giustificazioni . Subito quella del primo della classe , il sindaco di Porto Azzurro , che però sembra ne faccia stranamente un problema personale col coordinatore Orsini col quale peraltro , dicevano , avere trascorsi di sincera stima ed amicizia , nonostante la diversità di vedute . In effetti prima se la prende con l’orario adatto solo ai pensionati come lui e Alessi , poi lo” accusa “ di essere pisano quasi a rivelare un cotè razzista impensabile in uno come Simoni che, al di là della dogana a Mola, ha sempre vantato le sue origini maremmane e in ultimo lo invita a farsi il comune unico a Calcinaia che, per chi non lo sa, è il comune nativo del suddetto Orsini, ma dove è già da tempo operante un’efficiente Unione della Valdera con ben 16 comuni .
Ma motivi per dire no al comune unico non appaiono, come non sembrano emergere da nessun esponente del comitato del no se non i generici richiami alla salvaguardia dell’autonomia comunale , delle tradizioni locali , della prossimità del sindaco “ della porta accanto” . In ultimo va loro in soccorso una voce storica della sinistra elbana , che, vestite le sembianze della sora Maria che Chillè ha voluto figurare a immagine della voce del popolo minuto , ha reclamato la necessità di un sindaco , come ora presente negli otto comuni ,che svolge anche le funzioni di “ babbo “ !E la Paola Mancuso allora e la Anna Bulgaresi come facevano ad amministrare il loro comunello da mamme ?
Scherzi a parte, noi del SI vorremmo invece che dicessero ai loro concittadini come faranno dal 1 gennaio a fare le gestioni associate di almeno tre servizi essenziali , loro che non sono stati capaci nemmeno a fare la gestione associata del Turismo con la Provincia , dove troveranno i fondi per mantenere almeno i servizi comunali più importanti dopo i tragici tagli della spending revew , quanto dovranno aumentare le tasse dall’IMU alla TARSU alla TIA e le” addizionali” o le tariffe per lo scuolabus e le mense scolastiche .E poi , quando cesseranno i trasferimenti statali con l’imminente federalismo, dove troveranno le risorse che arriveranno solo dai proventi dell’IVA , dell’IRPEF e dalle imposte accertate comunque solo sul proprio territorio ?
Meglio allora mantenere lo status quo o tentare un’innovazione epocale spesso tentata e mai riuscita con l’istituzione di un comune unico che si presenti sullo scenario politico provinciale, regionale, nazionale e anche europeo per far valere quell’immenso patrimonio storico artistico ambientale e paesaggistico rappresentato dalla nostra isola che otto voci spesso discordi non hanno ad oggi saputo valorizzare ?
Sono i nostri giovani della generazione “ digitale “ che ce lo chiedono , loro che non avranno problemi di confini perché cittadini del mondo , loro che non avranno bisogno di andare in comune a chiedere un certificato perché se lo faranno da casa , loro però che vorranno essere partecipi delle grandi scelte con la nuova democrazia informatica per avere un aeroporto alternativo al monopolio dei traghetti , per avere la raccolta differenziata per un ambiente migliore e soprattutto per poter avere chances di trovare lavoro sul loro scoglio tanto amato e non solo per qualche mese l’anno ma sempre , perché un Comune Unico può attrarre investimenti privati e pubblici e non solo per il turismo ma anche per qualche industria non impattante , per centri di ricerca e per la valorizzazione del patrimonio storico artistico e archeologico dell’Elba . Tutto questo nei poteri del Comune Unico come una bacchetta magica ? No di certo, però intanto noi ci proviamo e voi del no cosa proponete , quando le nazioni cedono sovranità all’Unione Europea , le Province si aggregano , tra poco anche le Regioni e tutti gli economisti sostengono che una dimensione minima di un ente locale non può essere inferiore ad un Comune di trentamila abitanti ?
Il Comitato per il Comune Unico