Sono il sindaco che ha adottato e poi approvato la variante biennale di manutenzione al regolamento urbanistico del 2012. La conosco, quindi, molto bene ed a leggere gli interventi della Giunta di Portoferraio di questi giorni rimango letteralmente a bocca aperta. Se le norme urbanistiche non vi convincono più, si possono cambiare. I consigli comunali esistono anche per questo; finchè sono vigenti, però, vanno rispettate.
Ho letto la risposta dell’Assessore Del Mastro ai consiglieri del Pd sulla nuova concessione alla Biodola. E’ sorprendente che l’abbia scritta una persona corretta come lui. La si può definire in tanti modi: sgradevole, strumentale, mistificatoria. E’ prima di tutto, però, contraria alle norme urbanistiche del Comune di Portoferraio ed alle leggi della Repubblica italiana.
Uno degli obiettivi fondamentali della variante era la tutela della costa. In conseguenza di essa, l’art. 63 c. 2 del vigente regolamento urbanistico comunale dice chiaramente che “nelle aree del demanio marittimo destinate alle attività turistiche, in attesa di specifico atto di governo del territorio, non è ammesso il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime finalizzate all’utilizzo in esclusivo di parte di arenili, spiagge ghiaiose, coste in genere…..”. Questa norma la scrivemmo, chiara e precisa, per evitare tutti quei fenomeni che generano il famoso “mare monstrum”, l’ulteriore sottrazione, cioè, di un bene collettivo, qual è una spiaggia o un arenile, alla libera fruizione di tutti.
Poi introducemmo una parziale attenuante, quella del c. 8, per non paralizzare per anni ed anni tutto, perché il piano spiagge, caro assessore, sarebbe meglio che non se lo facesse ogni comune per conto suo, ma tutti i comuni insieme e, come dice Guccini, “ci vuol pazienza, ci vuol costanza”. Fu così data la possibilità a chi aveva una concessione di migliorarne la fruibilità per i clienti, con modesti incrementi del 5%. Ma non è che se uno ha un giardino, ci può fare, col 5%, uno stabilimento balneare! L’oggetto deve rimanere lo stesso, lo capisce chiunque.
Se queste sono le premesse, la vostra delibera 188 del 21 luglio va immediatamente annullata.
C’è poi un altro aspetto che non torna. Nel documento pubblicato all’albo pretorio il privato richiede 240 mq. di arenile. La Giunta delibera di aderire alla richiesta del privato, ma poi i 240 mq. diventano nella dichiarazione dell’assessore un ampliamento di soli 80 mq.. Perché? Forse perché il c. 8 dell’art. 63 è stato citato dopo, ma non se ne parla in delibera?
Ma il punto centrale è un altro: la Giunta è fatta di politici ed i politici non possono decidere con un loro atto se assentire o meno alla richiesta di un’area in concessione. Non è che non è consentito, è proprio esplicitamente vietato! Basta leggere l’art. 107 del Testo Unico Enti Locali.
Ora, il Pd protesta, difende un pezzo di un bene di tutti ed un sistema di regole e voi andate a fare qualcosa che assomiglia molto al dossieraggio politico addosso a due consiglieri astenuti? Una Pubblica Amministrazione (lo scrivo appositamente maiuscolo) queste cose non è che non le deve, semplicemente non le può fare.
E poi arriva anche Marini, con quei discorsi sconclusionati……. Noi che siamo giustizialisti, noi che siamo forcaioli…….Caro Marini, noi abbiamo cercato in tutti i modi di farvi ragionare e riflettere, ma se poi uno vuole tenere gli occhi foderati di prosciutto, faccia pure. Homo faber fortunae suae. Certo se vediamo, un giorno sì e l’altro anche, resuscitare gli scheletri di vecchi procedimenti amministrativi, dalla Biodola al casino di Velia, qualcosa che non ci torna inevitabilmente c’è e bisognerà pur dirlo.
Preferiamo da sempre il rumore della verità, al silenzio dell’omertà.
Roberto Peria