«Ho vinto un piccolo premio al SuperEnalotto e lo vorrei investire in una bottega innovativa da aprire nel centro storico di Portoferraio, poiché ne sono innamorata e mi spiace vederlo così agonizzante. Fra l’altro, non voglio più vivere a Pisa.
Ho tante idee, ma mia suocera mi ha detto che devo stare attenta a non entrare in contrasto con l’ordinanza sindacale n°1868/2016 la quale vieta l’avvio di nuove attività commerciali non tradizionali o di prodotti etnici.
Mi sono letta l’ordinanza nella quale si afferma come la liberalizzazione selvaggia (delle attività commerciali, ndr) abbia comportato una lesione del grado di vivibilità degli abitanti dei centri storici, e dove si cita il D.Lgs del 15 giugno 2016: “Che possono risultare il contrasto con la tutela e la valorizzazione del proprio patrimonio storico, artistico e culturale”.
A questo punto non mi resta che chiedere al sindaco Mario Ferrari quali siano “le attività commerciali non tradizionali o di prodotti etnici”, considerato che nella sua ordinanza non c’è né traccia né elenco delle medesime!
Anche perché in linguistica per prodotti etnici s’intendono quelli che indicano l'appartenenza a un popolo, a una nazione, a una regione, a una città, a una località ecc. (acciughe alla ligure, cotoletta alla milanese, polpo all’elbana, schiaccia briaca riese)».
Silvia Gattoli