Collegamenti con l’esterno
Aerei: potenziamento dell’aeroporto e delle rotte con l’estero (in particolare con i paesi del Nord Europa), al pari delle altre principali isole del mediterraneo.
Navali: garanzia del rispetto degli orari delle navi (modificandoli, se necessario, tenendo conto che la traversata dura ormai normalmente 80 minuti, anziché i dichiarati 60) e delle coincidenze con i trasporti ferroviari (da potenziare il trasporto su rotaia, riducendo il ricorso agli autobus sostitutivi, soprattutto nel periodo estivo). E’ auspicabile un collegamento con il comitato che si occupa di questi aspetti per sostenerne le legittime rivendicazioni a vantaggio dei residenti e dei turisti.
Sarebbe anche auspicabile il ripristino di un collegamento diretto con Livorno (un tempo garantito dalla nave Capo Bianco della Toremar). Questo faciliterebbe notevolmente il raggiungimento dell’isola per i viaggiatori provenienti da Nord, eliminando molti problemi di coincidenze ferroviarie. Sarebbe altresì comodo per gli automobilisti, che potrebbero risparmiarsi la guida per un lungo tratto di strada e, soprattutto, per i veicoli commerciali, che ridurrebbero notevolmente il chilometraggio. Si potrebbe caldeggiare l’utilizzo di un mezzo veloce come quello della Corsica Ferries, attualmente in servizio. Sarebbe molto più logico usare un mezzo veloce su una tratta più lunga, come la Livorno-Portoferraio che sulla tratta Piombino-Portoferraio (il risparmio di tempo su un tragitto breve è infatti risibile a fronte dei disagi causati dalla nave a tutta la costa nord-orientale, investita dalle onde anomale).
Collegamenti interni
Urbani: i servizi di navetta funzionano già ottimamente, ma sono poco conosciuti e utilizzati sia dai residenti che dai turisti. Occorre divulgare meglio le informazioni relative agli orari ai costi dei biglietti (inferiori rispetto ad altre realtà urbane) e alle caratteristiche del servizio. Al fine di razionalizzare il servizio e ridurre i costi si può proporre di istituire il servizio a chiamata (in particolare per i mezzi che raggiungono la parte alta della città, l’ospedale e i cimiteri): ora infatti i mezzi spesso girano vuoti, quindi inutilmente, mentre con il servizio a chiamata si potrebbe realizzare un significativo risparmio sui costi di gestione e sull’usura dei mezzi intensificando, al tempo stesso, l’effettivo utilizzo dei medesimi da parte degli utenti che disporrebbero del mezzo nel momento del bisogno.
Da ripensare interamente il servizio di bike sharing, che non è mai decollato e infine è stato sospeso, a causa delle assurde norme per la fruizione e per la scarsa manutenzione dei mezzi Il servizio potrebbe essere ripristinato, ma ubicando le biciclette in prossimità dei parcheggi del porto e affidando la gestione delle chiavi all’ufficio del Parco anziché ai vigili urbani.
Occorre infine promuovere l’uso della bicicletta, prevedendo la realizzazione di piste ciclabili che dal capoluogo consentano di raggiungere agevolmente e senza pericolo la zona commerciale-industriale e San Giovanni.
Extraurbani: gli autobus del servizio pubblico garantiscono efficaci collegamenti, a costi contenuti, con gli altri centri dell’isola e con le spiagge. Anche in questo caso occorre pubblicizzare meglio l’esistenza di un servizio così comodo che consente di godere delle bellezze dell’isola senza necessariamente portare l’auto e, soprattutto, senza problemi di parcheggio (assai problematico, in certe zone, nella stagione estiva).
Occorre ripristinare il servizio navale già svolto dal Chicchero, ovvero il collegamento con i centri della rada di Portoferraio (San Giovanni, Magazzini, Villa Ottone e Bagnaia), comodo per i residenti e gli ospiti e anche per i turisti desiderosi semplicemente di fare una gita in barca. Bisognerebbe pensare all’utilizzo di un mezzo diverso, avente le caratteristiche di un vero e proprio mezzo di linea (penso a quelli in servizio nella Laguna di Venezia o sui laghi lombardi). Sicuramente la gestione sarebbe anti economica, ma la questione va inquadrata nell’ambito del servizio di trasporto pubblico e della riduzione del traffico veicolare da e per il capoluogo. Il servizio potrebbe utilmente essere finanziato con una quota della tassa di sbarco.
Ai privati dovrebbe essere proposta invece l’organizzazione di un servizio di navigazione costiera intorno all’isola o anche solo di collegamento con le spiagge principali. Nelle isole dalmate, ionie ed egee normalmente è possibile accedere alle spiagge in barca. Addirittura ci sono isole greche nelle quali non vengono traghettate le auto e i collegamenti avvengono esclusivamente via mare. In anni recenti qualcosa si è mosso anche all’Elba e sono stati organizzati collegamenti con Pianosa, Capraia, il Giglio, ma nessuno ha pensato a collegamenti con le spiagge o al giro dell’isola (intendendo questo come collegamento regolare, di linea, tra i vari centri e non solo come gita turistica). Anche questo servizio potrebbe essere incentivato utilizzando parte dei cospicui incassi derivanti dalla tassa di sbarco. I proventi della tassa dovrebbero tornare a vantaggio dei turisti nella forma di servizi: non c’è miglior pubblicità di una buona accoglienza e di servizi funzionanti.
Gilberto Zacchè