L'intervento del Sindacato sullo stazionamento dell'elicottero destinato al soccorso sanitario e sulla necessità di una postazione fissa sull'isola, riaccende in me la speranza di una seria riflessione sull'argomento.
Sono ormai trascorsi più di tre anni da quando inviai alle istituzioni locali una relazione che metteva in evidenza come questo servizio non si possa qualificare come un servizio sanitario vero e proprio ma debba piuttosto da questo essere distinto per la sua natura e per le regole che lo governano.
Quando si parla di emergenza e di "eccezionalità" siamo infatti nel campo dei servizi di protezione civile, e non possiamo più dire che il bene tutelato è "solo" il diritto alla salute o meglio siamo di fronte ad una fase estrema in cui il sistema organizzato a tale scopo si trova di fronte ad un concreto rischio per la vita umana che può essere scongiurato solo predisponendo strumenti straordinari fuori da ogni altra logica o copertura finanziaria.
Ben venga dunque una postazione all'Elba ma non basta.
Serve un vero e proprio Piano di Protezione Civile che indichi procedure, tempi di intervento, risorse umane destinate e soprattutto compia una valutazione del rischio sanitario che - udite udite - per quanto frutto di altre scelte amministrative, dovrebbe trovare nelle medesime risposte e garanzie già in sede di programmazione.
Riapriamo la discussione, chissà che di fronte alla necessità di rispettare le regole dell'emergenza ed al rischio delle connesse responsabilità, qualcuno non scelga di ridarci un ospedale degno di questo nome.
Paola Mancuso