Riteniamo la proposta del sindaco Barbetti di confinare i migranti sull'ex Isola del Diavolo, sbagliata nel metodo e nel merito. Nel metodo perché si crea un diversivo proprio ora che il governo ha accolto la sfida per il recupero di Pianosa dove, grazie all’impiego di detenuti in semilibertà, ritornerà la produzione agricola di qualità, e saranno ampliati i servizi per il turismo e per l’accoglienza con progetti mirati sul recupero del patrimonio edilizio esistente. Il recente passato ci dice come il continuo tira e molla da parte dei nostri sindaci nulla crei e tutto distrugga. Questa tattica ha già fatto perdere all’Isola d’Elba tante occasioni! Insomma, prendiamo al volo la possibilità di fare di Pianosa un modello di recupero del territorio in cui il turismo, la tutela dell’ambientale e del patrimonio immobiliare possano coniugarsi con la riabilitazione dei detenuti. Critichiamo la proposta Barbetti nel merito perché Pianosa non è Ellis Island, cioè quell’isolotto posto nella baia di New York alla foce del fiume Hudson, che è stato il principale punto d'ingresso per gli immigranti che sbarcavano negli Stati Uniti.
Tralasciamo infine gli aspetti molto pittoreschi di quei personaggi che ogni volta vorrebbe scaricare ogni tipo di problema sull’Isola Piatta: dal nucleare, al petrolio, al ritorno del carcere speciale, all’utilizzo delle strutture carcerarie per ospitare quei disperati che giungono in Europa non per delinquere, bensì per trovare migliori condizioni di vita economiche, politiche e sociali rispetto a quelle lasciate nei loro paesi d’origine. Quella dei migranti a Pianosa, fra l’altro, è un’idea oramai spuntata che apparve la prima volta sulle cronache giornalistiche nel marzo 2011, e fu poi rilanciata e respinta nell’agosto dello scorso anno.
Comitato 2.6