Caro Direttore,
E’ più riprovevole proporre un progetto mirato di accoglienza per immigrati minori non accompagnati o di accogliere gli immigrati sull’isola di Pianosa?
Assistendo al polverone creato sui media locali e non solo, a seguito della mia dichiarata disponibilità, espressa nel corso del recente incontro in Prefettura, a prendere in considerazione progetti mirati d’accoglienza, condivisa dai comuni della costa che si trovano a gestire un’ emergenza di secondo livello, e di fronte alla proposta alternativa di creare un centro d’accoglienza a Pianosa, mi sono posto questa domanda.
Né i media hanno percepito, o voluto percepire, la portata della seconda proposta e cioè quella di segregare i profughi che vengono dalle situazioni alle quali assistiamo impotenti tutti i giorni in un vero e proprio ghetto di triste memoria.
I giornali locali si sono limitati a registrare la “rottura del fronte del no” del Sindaco di Rio Marina, peraltro di portata assai limitata e ampiamente argomentata e non hanno colto o voluto cogliere la gravità della proposta alternativa.
Proposta sulla quale vorrei sentire la voce degli ambientalisti, del Parco Nazionale e degli stessi “vacanzieri” che, non so come e con quali tutele dell’ambiente, affollano in estate copiosamente l’isoletta.
Ma veniamo al punto.
Tutti i Sindaci della costa hanno fatto presente al Prefetto che l’accoglienza sui loro territori, in parte anch’essi turistici, non può continuare ad essere gestita con la logica delle quote assegnate, ma servono progetti che prevedano l’integrazione, ma soprattutto lo scambio di benefici attraverso l’impiego in lavori socialmente utili per evitare conflitti con le classi meno abbienti, che su quei territori vivono di assistenza e che si vedono trascurati nei loro diritti di cittadinanza.
Posizione in linea di principio giusta e condivisibile di fronte a un problema che certo non può essere ignorato a meno che non si interrompa l’accoglienza di primo livello.
Poiché dopo non poche insistenze avevo convinto le suore salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice a riprendere la loro attività nella struttura di Rio Marina, abbandonata dopo 107 anni, in favore dei giovani locali, avevo anche avallato, perché giudicato meritorio, un loro progetto di accoglienza di minori orfani richiedenti asilo, successivamente decaduto.
Cogliendo l’occasione di un progetto analogo “Casa famiglia” proposto dalla Regione Toscana con la collaborazione della Fondazione Giovanni Paolo II, ho semplicemente proposto alla religiose di riprendere il discorso di solidarietà con un progetto mirato che andasse nella direzione da me auspicata.
Per oggettive ragioni di adeguamento e di funzionalità dei locali necessari anche questo progetto è tramontato, come puntualmente rappresentato dalla responsabile locale della Famiglia Religiosa.
Quindi nulla di fatto se non il polverone creato dalla notizia, ahimè non puntualmente presentata e soprattutto non correttamente rapportata alla devastante alternativa proposta.
Ai miei concittadini che hanno avversato il progetto dico: Rio Marina è sempre stata un esempio d’accoglienza per naviganti, minatori, naufraghi e persino per i fedeli di una chiesa e della chiesa stessa al tempo fuori legge ed empia.
IL SINDACO
Renzo Galli
La seconda che ha detto Sindaco, con la mia personale solidarietà, anche se penso che probabilmente, in un tempo dominato dalla paura, anzi dalle paure, la maggioranza degli elbani così non la pensa. Ovviamente la risposta è alla domanda secca del titolo e sui principi. Ha ragione comunque Legambiente a ricordarLe, in altro articolo di avere (cosi come più modestamente questa testata) già reiteratamente sottolineato l'inopportunità (e l'impossibilità nel rispetto delle leggi) della realizzazione di un centro profughi a Pianosa.
sergio rossi