Sono voluto ad andarmi a rileggere il verbale della votazione finale (27,12,1947) della Costituzione per poter fare un raffronto con quanto affermano gli amici del SI sul'eterogeneità di coloro che si oppongono alle modifiche della riforma proposte dalla Boschi e Verdini alla Costituzione “più bella del mondo” dixit Benigni, prima di un bel remunerato incarico dalla RAI.
Dal verbale:
“Terracini (PCI) presidente dell'Assemblea Costituente si rivolge a Ruini (D.C.) con queste parole: “voglio esprimere la mia riconoscenza personale all'onorevole Ruini, senza la cui valida collaborazione, io stesso non avrei potuto rispondere alla fiducia riposta in me dall'Assemblea ...”
Al termine del dibattito quando il presidente Terracini si reca a votare, l'Assemblea (ricordo formata da tutte le forzr politiche n.d.r) sorge in piedi – vivissimi e prolungati applausi cui si associano i giornalisti delle tribune della stampa....”
In questo clima la Costituzione fu approvata , quasi all'unanimità, da forze politiche diverse ed in contrasto tra loro che comprendeva ex fascisti, monarchici, repubblicani, liberali, azionisti, democristiani, socialisti e comunisti. Non si registrò alcun intervento di un rappresentante del Governo, contrariamente a quanto avviene oggi che vede il Presidente del Consiglio impegnato in prima linea a difendere le ragioni del Si, in gran parte delle trasmissioni televisive su tutti i canali RAI, Mediaset e SKY
Sono schierati per il NO conservatori e progressisti, ex democristiani, ex comunisti, socialisti, liberali ecc. ed una parte non piccola dello stesso partito del Presidente del Consiglio. Questa non è un'anomalia della politica italiana, né l'armata Brancaleone, neppure la volontà di mandare a casa Renzi, no perchè non si tratta di elezioni politiche ma di difendere la Costituzione ed il nostro sistema democratico da pericolose involuzioni.
Le forze eterogenee che compongono i vari Comitati del NO non sono alleate per formare un governo e dopo il referendum, ognuna di esse riprenderà la propria azione con finalità ed obiettivi politici diversi ed antagonisti tra loro , ma la COSTITUZIONE è “la casa di tutti” e dove tutti debbono riconoscersi ed allora una domanda: era proprio utile in questo periodo di prolungata crisi economica e sociale dividere il popolo italiano quasi a metà? Bloccareo ridurre al minimo l'attività legislativa per alcuni mesi?
Certamente non per l'esigenza di mantenere precedenti impegni , poiché nel programma elettorale delle elezioni politiche del 2013 il PD si poneva il problema del rafforzamento della democrazia, affermando di porre fine alla stagione delle riforme costituzionali approvate a stretta maggioranza.
Lo stesso ampio consenso deve valere per i sistemi elettorali per evitare di favorire o danneggiare una forza o gruppo politico
Ecco il rapporto stretto tra riforma Istituzionale e legge elettorale – Italicum – che Renzi dice di voler cambiare ma dopo il referendum, promessa che non convince neppure la totalita del proprio partito
In un sistema ormai tripolare con unaa larga fetta di elettorato che si astiene o non si reca alle urne, attraverso il premio di maggioranza si consegna il Governo ad una minoranza poco rappresentativa, rispetto all'intero corpo elettorale.
Le finalità di questa riforma, a mio modestissimo avviso, si ritrovano nel porgramma della P2 del “venerabile” Licio Gelli: un uomo solo al comando, come era stato previsto con la riforma Berlusconi del 2005, spazzata via con il referendum del 2006 con il contributo determinante degli stessi uomini del PD che oggi sostengono queste modifiche costituzionali.
Modifiche alcune delle quali condivisibili, come l'abolizionedel CNEL o la riduzione del numero dei parlamentari ma nella sostanza, con l'Italicum approvato a colpi di maggioranza e con voti di fiducia, concentra tutto il potere, come previsto dal Piano di Rinascita di Licio Gelli, nel Capo del partito (l'ITALICUM lo chiama così, con un linguaggio che richiama il ventennio) chi vince le elezioni, non si ritroverà di fronte alcun contrappeso: Padrone del Governo e del Parlamento, con la sola Camera a votare la fiducia. Potrà scegliere il Presidente della Repubblica, i Membri della Corte Costituzionale e del C.S.M. di indicazione parlamentare, l'amministratore delegato della RAI e quindi potrà modificare la Costituzione come meglio crede. Non solo ma i diritti delle opposizioni sono rinviati ai regolamenti parlamentari da predisporre, decisi dalla maggioranza e di cui , attualmente, non si conosce neppure l'impostazione.
A proposito della riduzioni dei poteri del Senato
“preferiamo che il Senato muoia con dignità piuttosto che esso viva con infamia” Sandro Pertini durante la discussione della legge truffa in Senato – 10marzo 1953.