"La Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista, è il documento fondamentale dal quale prendiamo le mosse. La Costituzione non è una semplice raccolta di norme: oggi non meno di ieri è la decisione fondamentale assunta dal popolo italiano sul come e sul perché vivere insieme. E' il più importante fattore di unità nazionale e di integrazione sociale, proprio in quanto assicura il consenso della comunità sui principi della convivenza al suo interno e permette di dirimere i conflitti di opinioni e diinteressi.
Il Partito Democratico riconosce i valori che ispirano la Carta costituzionale, unitamente a quelli della Carta dei diritti umani fondamentali dell'Unione Europea e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, e li assume come princpi validi per tutti, al di là delle disuguaglianze legate alla nascita, all'educazione, al reddito e alle condizioni individuali.
La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla merce' della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale. La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell'esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme condivise, coerenti con i principi e i valori della Carta del 1948, confermati a larga maggioranza dal referendum del 2006.
Una democrazia forte e capace di decidere esige che vengano assicurati la leale collaborazione tra i diversi livelli di governo, la protezione nel tempo delle decisioni istituzionalmente condivise e regole di soluzione dei conflitti che chiariscano i limiti di esercizio della democrazia di prossimità e restituiscano al governo nazionale l'autorevolezza e l'autorità necessarie sulle questioni di prevalente interesse per l'intero Paese".
Ho voluto richiamare interamente il passaggio del "manifesto dei valori", approvato dal partito democratico il 16 febbraio 2008, per sottolineare il fatto che la riforma costituzionale proposta da Renzi rappresenta in primo luogo una forzatura nei confronti degli iscritti a quel partito, ed un tradimento nei confronti degli elettori che alle scorse elezioni si sono fidati delle proposte fatte dal PD diretto da Bersani, me compreso. Riforme di questa portata, andavano proposte al corpo elettorale prima dell'approvazione parlamentare, non dopo. Voglio ricordare che questo governo è nato per volontà dell'ex Presidente della Repubblica Napolitano con un compito molto limitato nel tempo e invece ti presenta il cambiamento di 47 articoli della Costituzione dividendo il suo stesso partito. E' una questione democratica fondamentale per dare senso al rapporto concreto tra elettore ed eletti. Il voto, si è sempre detto a sinistra, non può essere una sorta di cambiale in bianco.
Il difetto di memoria o la convenienza politica ha creato un testo di riforma costituzionale, scritta con i piedi, che, se approvata, creerà conflitti tra le due camere, allungherà il processo di formazione delle leggi, modificherà sostanzialmente l'assetto Istituzionale, assegnando alle camere un ruolo subordinato al governo (in barba alla divisione dei poteri) farà diventare le cinque Regioni a Statuto Speciale ancora più speciali perchè la riforma non tocca i poteri ad esse demandate. Per finire, analizzando il testo di riforma, ci sono mille ragioni per dire NO e certamente tra queste ragioni non è compreso il destino personale di Renzi. Questo verrà deciso dalle elezioni politiche, quando ci saranno.
Salvatore Insalaco