Venerdì scorso si è tenuto all’Hotel Airone un Convegno organizzato dal Comitato regionale per il NO di Forza Italia di cui è Coordinatore il Sindaco Barbetti. Avremmo gradito capire meglio le ragioni di merito che hanno spinto il Partito di Berlusconi ad impostare una campagna referendaria a favore decisamente del NO, dopo averla approvata al Senato, nel 2014. Eravamo curiosi, ma siamo rimasti delusi.
“E’ una riforma pessima e sbagliata“ ha sostenuto Barbetti. Le norme contenute nella Costituzione sono scritte per durare nel tempo e dunque – secondo il Sindaco capoliverese – non possono essere modificate “da una maggioranza risicata”. A parte che la maggioranza parlamentare che ha approvato più volte la riforma è sempre andata ben oltre la semplice maggioranza assoluta, vale a dire la metà più uno dei componenti della Camera e del Senato e quindi non è mai stata “risicata”, ma sono stati proprio i Padri costituenti, nel 1947, a stabilire che le leggi di revisione della Costituzione possono essere approvate con la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera e che, se approvate in questo modo, devono essere sottoposte a referendum popolare qualora ne fanno richiesta 1/5 dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o 5 Consigli regionali. E così si sta facendo. Il 4 dicembre “il popolo sovrano” andrà a votare. Dunque il dettato costituzionale è stato pienamente rispettato.
Il Sindaco De Santi ha riconosciuto che “l’Italia ha bisogno di riforme”, ma , a suo dire, “non si può partire dalla base dello Stato”. No? E perché? Quando l’Italia era distrutta dalla guerra, martoriata dalla miseria e dalla fame, fu deciso per prima cosa di ricostruire lo Stato, di dotarlo di una Costituzione democratica, si decise insomma “di partire dalla base” . Eppure le riforme da avviare, cessata la guerra, erano una infinità, ma si decise di ripartire dalle fondamenta. Ed oggi è vero che le cose da fare e da migliorare in campo economico e sociale sono molte, ma è anche forte e sentita (a dire la verità lo è da tanti anni ) l’esigenza di ammodernare la Costituzione dando all'organizzazione dello Stato democratico una maggiore e più rapida capacità di decisione.
Dal Convegno di venerdì di Forza Italia, dunque, solo parole vuote, frasi senza senso, slogans consunti e soprattutto nessuno “straccio” di una proposta di riforma alternativa né di una diversa legge elettorale. Solo vaghe promesse. Subito dopo la vittoria del NO, potrà essere avviata, ha annunciato il Barbetti una “nuova e condivisa fase costituente” e ”sarà trovata agevolmente la soluzione per concludere la legislatura, anche con l’approvazione di una nuova legge elettorale”.
Ma come si può credere a queste promesse? Come ci si può fidare di un Partito che, nel 1997, accettò di partecipare ad una Commissione parlamentare presieduta da D’Alema per scrivere un progetto di riforma e, dopo poco, nel 1998, lasciò il tavolo della trattativa senza alcuna valida ragione, ma esclusivamente solo per un mero calcolo politico? Come può essere credibile un Partito che ha avuto il “merito” di regalarci, nel 2005, una legge elettorale così indecente che lo stesso suo autore, il mitico On. Calderoli, Ministro della Lega Nord scelto dall’ora Presidente del Consiglio Berlusconi, non ebbe esitazione a definire “porcellum”, vale a dire “porcata”? Come si può, infine, dare credito ad una Forza politica che, dopo 16 anni, accetta ancora di partecipare ad un nuovo processo riformatore, approva al Senato il testo della riforma nella seduta dell’08 agosto 2014 autorizzando il Capo gruppo Paolo Romani a dichiarare addirittura che la riforma avrebbe avvicinato “l’Italia alle grandi democrazie europee” e poi dopo pochi mesi, alla Camera, per la gioia di Brunetta, decide di passare all’ opposizione a seguito della elezione a Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella?
Credibilità ZERO! Ci vuole MOLTO CORAGGIO a richiedere una “nuova e condivisa fase costituente”!
Comitato BastaUnSi