Sono andato a votare come avevo scritto nell’articolo comparso su questo giornale col titolo ”Camici: un voto inutile”.
Dicevo questo perchè la partitocrazia pluralistica persisterà sia che vinca il SI sia che vinca il NO. Ora che ha vinto il NO vedrò dai fatti futuri se ho ragione o torto.
Elencavo poi una serie di riforme che mi sarebbe piaciuto vedere realizzate di cui avevo parlato in anni precedenti:
1) La legge elettorale non può essere riformata dopo il primo anno di legislatura;
2) Il deputato eletto a legiferare espleta tale funzione con vincolo di mandato;
3) L’eletto/a è al servizio esclusivo della nazione: non può esercitare altro lavoro;
4) Non si può più di due volte stare in un consiglio di amministrazione, di partecipata, di azienda, statale, regionale, provinciale, comunale e non contemporaneamente in più consigli d’amministrazione;
5) Tornata elettorale non valida se gli aventi diritto al voto non superano il quorum del 50%;
6) Elezione non valida se l’astensionismo dal voto supera in percentuale il partito politico che ha preso più voti;
7) Decadenza dall’ufficio di parlamentare per cambio di “casacca” in corso di legislatura;
8) Abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti;
9) Dichiarazione dei redditi obbligatoriamente resa pubblica da parte di ogni eletto/a ogni anno, con responsabilità civile e penale in caso di dichiarazione non veritiera;
10) Dichiarazione, con valenza penale in caso di non veridicità, che non esiste incompatibilità e/o conflitto d’interesse, rilasciata da ogni membro che va a fare parte di una commissione parlamentare, regionale, provinciale, comunale nonché ogni consigliere d’amministrazione;
11) Ufficio dei senatori a vita abrogato;
12) Riforma del consiglio superiore della magistratura e della corte costituzionale.
Marcello Camici