Avevo sperato anch’io come altri, che l’approdo alla Camera della legge sui parchi approvata al Senato, dopo le tantissime critiche collezionate inducesse finalmente a mettere mano non ad una nuova e pessima legge ma ad una nuova politica. Erano solo voci che però facevano ben sperare.
Stando però anche ad un recente incontro al Parco della Val Grande dove oltre al presidente sono intervenuto anche il relatore della Camera Borghi (già a suo tempo presidente) e il presidente di Federparchi Sammuri la sfasciaparchi resta sui binari. Per l’attuale presidente del parco sarebbe, ad esempio, importantissimo l’ingresso negli enti di un rappresentate degli agricoltori. Così potremmo rendere più snella la gestione dei parchi che permetterebbe oltre ad una maggiore velocità operativa anche di adottare strumenti di pianificazione per sfruttare meglio secondo Borghi e pure Sammuri il territorio. Si il termine usato è proprio sfruttare. Nella stessa giornata dell’incontro la Rassegna Stampa di Federparchi riportava un ampio articolo sul Lazio dal titolo 13 parchi commissariati da 6 anni. Forse è colpa della vecchia legge 394 per cui urge modificarla? O dipende -come per i piani che tanti parchi non presentano- da una politica nazionale che affonda le aree protette marine ( come prevede la anche la nuova legge) che ha loro sottratto il paesaggio e tante altre cose che la 394 prevede o prevedeva e che il ministero e il governo hanno ignorato e continuano ad ignorare.
Infine al Senato furono consultate alla carlona solo alcune rappresentanze. Giustamente si è rivendicato dai troppi esclusi che alla Camera non si ripeta la stessa manfrina. La richiesta era stata accolta. La cosa strana è che al convegno alla Val Grande c’era solo Federparchi che –guarda caso- non ha mai avuto proposte da fare se non ripetere fino alla noia che la legge va bene così.
Che sindaci come quello di Viareggio diano una mano a marginalizzare il ruolo delle nostre aree protette è fin troppo evidente, ma il Parlamento, il Ministero e le Regioni abbiano bel altre colpe e responsabilità non ci piove salvo che per Federparchi.
Renzo Moschini